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giovedì 20 settembre 2018

Sulla solidarietà

Il processo rivoluzionario è tale proprio perché rende suo oggetto le leggi capitalistiche della produzione e dello scambio di merci, e non se stesso oggetto di quelle leggi. Esso non può essere misurato con i criteri di questo mercato. può esser misurato solo con criteri che allo stesso tempo mettono fuori causa i criteri di validità di questo mercato.
La solidarietà, non nascendo dai criteri del mercato, li mette fuori causa. La solidarietà è politica non solo come solidarietà nel politico, ma come rifiuto di agire sotto il controllo della legge del valore, cioè soltanto sotto l'aspetto del valore di scambio. La solidarietà per sua natura  un agire libero da dominio, e come tale è sempre resistenza contro  l'influssi della classe dominante sui rapporti reciproci fra gli uomini, e come resistenza contro la classe dominante è sempre giusta. Nel senso del sistema, le persone il cui agire non si orienta ai criteri di successo del sistema, sono sballate e imbecilli o fallite. Nel senso della rivoluzione chiunque si comporti solidarmente, chiunque sia, è un compagno. 
La solidarietà è un arma se è organizzata e conseguentemente usata; di fronte ai tribunali, alla polizia, alle autorità, ai capi, ai delatori, ai traditori. Se viene rifiutata con questi ogni collaborazione, se nessuna fatica gli viene risparmiata, nessuna prova facilitata, nessuna informazione regalata, nessuna spesa levata. Della solidarietà fa parte: combattere il liberalismo  all'interno della sinistra, trattare le contraddizioni all'interno della sinistra, come contraddizioni nel popolo e non come fossero la contraddizione di classe.
Ogni lavoro politico deve contare sulla solidarietà. Senza solidarietà esso è consegnato irreparabilmente alla repressione.
(Tratto da "Guerriglia urbana e lotta di classe" - Rote Armée Fraktion -)

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