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giovedì 8 ottobre 2020

Alle origini dell’anarchia parte decima

 

1837 

10 ottobre. Muore a Parigi Charles Fourier. Nato a Besancon nel 1772, commerciante ricchissimo rovinato dalla Rivoluzione, militare nei cacciatori a cavallo, impiegato, piazzista, cassiere, nel 1799 dovette, per ordine del padrone, distruggere un carico di riso per mantenere alti i prezzi. Esperienze del genere lo fecero meditare sui mali  della società, della  proprietà, del commercio, e Io spinsero a teorizzare e cercare di mettere in pratica una nuova società. In piena Restaurazione, tra il 1820 e il 1840, pubblica le sue teorie sull'associazione agricola, sull'industria, sull'unità universale. Vede la possibilità di tradurre nella pratica l'organizzazione di un “falansterio”, comunità di 1600-1800 persone, nelle iniziative americane di Robert Owen. Libertà delle vocazioni, umanizzazione del lavoro, soppressione di una autorità centrale, i grandi temi della sua “utopia” anticipano nodi fondamentali della società futura. 

1840 

Pierre-Joseph Proudhon (1811-1865) pubblica Qu'est ce que la propriéte? ou Recherches sur le principe du droit et du gouvernement - premier mémoire. L'opera di Proudhon anche per i suoi aspetti contraddittori e paradossali, eserciterà notevole influenza su diverse posizioni politiche, soprattutto in Francia, sugli anarchici, sui comunardi, sul sindacalismo rivoluzionario di Sorel (e perfino su cattolici come Péguy e su monarchici come Maurras). Il federalismo comunitario di Proudhon, assieme alla sua concezione del credito, ne fanno un teorico della piccola proprietà contadina. Autodidatta (e per questo ferocemente attaccato dal “dottor” Marx), rivoluzionario, ha nel '48 una curiosa debolezza per il parlamento e in giugno viene eletto con 77 000 voti grazie all'appoggio, tra gli altri, del poeta Charles Baudelaire che pubblica un giornaletto, "La Tribune nationale". (Proudhon ricorderà il periodo parlamentare come il peggiore della sua vita: il migliore, quello del  carcere.) La delusione parlamentare lo fa evolvere in senso classista. Sente che gli anarchici devono stare dalla pane del proletariato, non soltanto della vaga entità sociale chiamata popolo. Cosi, la nuova serie del suo giornale, "Le Représentant du peuple", esce dopo essere stato sequestrato, con una nuova manchette il 31 agosto: «Che cos'à il capitalista?  Tutto! Che cosa dovrebbe essere?
Nulla!” Proudhon di una netta caratterizzazione classista ai suoi interventi in favore dei rivoluzionari, e prima ancora di essere privato dell'immunità parlamentare non fa mai il semplice deputato all'assemblea nazionale ma vi si comporta in modo duro e coerente che viene apprezzato anche da Marx. Condannato per un attacco a Napoleone III, esule in Belgio ritorna a Parigi per vedere la propria fidanzata, l'operaia Eufraise Pigard, e viene arrestato e incarcerato. Fa tre anni di prigione. Liberato il 4 giugno 1852, matura le sue idee politiche definitive: federalismo mutualistico, astensionismo politico, rivoluzione sociale per giungere all'anarchia (esposte nella sua opera principale De la justice dans la rivolution et dans l’Eglise, 1858, negli scritti federalistici e in De la capaciti polltique des classes ouvrieres, prima esposizione del principio dell'autogestione operaia). Nel 1851, ancora in carcere, aveva pubblicato Idee generale de la rivolution au  XIX siècle. 


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