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giovedì 26 novembre 2020

Alle origini dell'anarchia parte diciassettesima

1869 

31 gennaio - Un gruppo di rivoluzionari italiani di cui fa parte il russo Mikhail Bakunin fonda a Napoli la sezione italiana dell'Internazionale, che a novembre pubblicherà il giornale "L'Eguaglianza". 6-12 settembre - A Basilea, al IV Congresso dell'Internazionale, Bakunin prevale sui proudhoniani e sui marxisti: la maggioranza è collettivista antiautoritaria. L'anarchismo bakuninista comincia nel corso dell'anno a godere di un seguito notevole in Russia, e nel decennio successivo si rafforza soprattutto in Ucraina.

1870 

Santiago Villanueva (membro del circolo El Falansterio, dotato di omonimo giornale, fondato nel 1861 dal proudhoniano fourierista Plotino Rodokanaty) crea con un gruppo di operai il Gran circulo de obreros de Mexico, culla dell'anarco-comunismo messicano. 28  settembre - A  Lione, la bakuninista Federazione rivoluzionaria delle Comuni, lancia un appello per una manifestazione di disoccupati davanti al 
municipio, che viene occupato dai manifestanti e riconquistato la sera stessa dalle guardie nazionali. 1-4 novembre - Augustin Bastelica e altri seguaci di Bakunin animano la Comune di Marsiglia. Come nel settembre a Lione, forze 

anarchiche limitatissime danno il via a insurrezioni che coinvolgono masse di lavoratori e disoccupati e che a causa dell'impreparazione generale vengono represse senza grandi difficoltà dalle forze dello Stato: in esse si manifesta l'insurrezionalismo di Bakunin, sarcasticamente commentato da Marx. 31 ottobre 1870-21 gennaio 1871. Imponenti manifestazioni degli operai francesi per impedire un armistizio con la Germania e impadronirsi del potere politico. La Francia ha dichiarato guerra alla Prussia il  19 luglio 1870; sconfitta a Sédan il 2 settembre, si era proclamata repubblica (borghese) il 4 settembre. Engels afferma che il presidente, il generale Trochu, «teme gli operai di Parigi più dei prussiani». Trochu firma l'armistizio il 28 gennaio. 

1871 

18 marzo - 28 maggio. Fuggito il governo repubblicano a Tours (Gambetta lo aveva seguito il 2 ottobre 1870 a bordo di un pallone aerostatico) il proletariato parigino si dà un nuovo governo rivoluzionario. Sono i giorni esaltanti della Comune di Parigi: la maggioranza dei suoi «dirigenti» è costituita da operai e artigiani di orientamento federalista proudhoniano, membri delle organizzazioni socialiste libertarie e di nuclei sindacali: 360 sono «internazionalisti». Poiché i membri dell'AIT a Parigi sono in tutto 400, si deduce che il 90 per cento degli internazionalisti ricoprono «fonctions responsables». L'esperienza rivoluzionaria della Comune viene repressa nel sangue dalla borghesia francese: la fucileria crepita per giorni e giorni, terminati gli scontri, per le vie di Parigi: il generale Galliffet vuole eliminare a suon di fucilazioni tutti coloro che, catturati sulle barricate o in seguito a delazioni, sono ritenuti colpevoli di avere appoggiato la Comune. La Comune di Parigi, per quanto breve, sancisce alcuni principi fondamentali di democrazia diretta che influenzeranno profondamente sia i marxisti (in particolare Rosa Luxemburg) sia il movimento anarchico: l'abolizione dell'esercito e della burocrazia, sostituiti dal popolo armato e da operai, la cui carica può essere revocata in ogni momento per non dare luogo a privilegi e alla nascita di una nuova borghesia o burocrazia sfruttatrice. Il compenso dei responsabili è pari al salario medio operaio, e l'avvicendamento alle cariche, continuo. Marx, inizialmente scettico, all'indomani della sconfitta in un indirizzo all'Internazionale valuta la Comune come il primo e più importante  tentativo di gestire il potere «direttamente» da parte della classe operaia. Le polizie di tutta Europa sono a lungo impegnate nel rintracciare e nell'espellere gli esuli comunardi.

Solo in  Francia  vengono arrestate circa 40 000 persone. (Alla vigilia della Comune i membri francesi dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori sono circa 3000.)  Rea di aver combattuto fino all'ultimo sulle barricate in difesa della Comune, Louise Michel (1830-1905), dopo un processo affrontato con coraggio, viene deportata nella Nuova Caledonia. Il 45 per cento dei condannati dalla corte marziale alla deportazione è composto di salariati giornalieri dei «métiers nouveaux», cioè metallurgia ed edilizia. La classe operaia che ha fatto la Comune è una via di  mezzo tra proletariato moderno e artigianato (tessili, abiti, cuoio e legno, “articles de Paris”. 




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