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giovedì 12 novembre 2020

LA PAROLA AFFINITÀ

 L’idea stessa di affinità non è ben precisata. Affinità di idee o affinità di temperamento? O necessariamente entrambe? In ambito anarchico, dice Sébastien Faure, la parola affinità “esprime la tendenza che porta gli uomini a raggrupparsi per somiglianza di gusti, per conformità di temperamento e di idee. E, nel pensiero e nell’azione libertaria, gli anarchici oppongono la spontaneità e l’indipendenza con le quali questi avvicinamenti si producono e questi gruppi si creano, alla coesione obbligatoria e all’associazione forzata determinata dal contesto sociale attuale”. Non è di una chiarezza estrema, poiché è lecito domandarsi come gli anarchici si sottraggano al “contesto sociale attuale”. Murray Bookchin ricerca un’origine storica per i gruppi di affinità e curiosamente la trova in un’epoca relativamente recente, in Spagna: “L’espressione inglese affinity group è la traduzione di grupo de afinidad, nome che in Spagna indicava le cellule di base della Federazione Anarchica Iberica, il nucleo più idealista fra i militanti della CNT, la grande centrale anarco-sindacalista”. La sua definizione è originale: “un nuovo tipo di famiglia allargata, nella quale i legami di parentela sono rimpiazzati da relazioni umane di profonda simpatia, che si nutrono di qualche idea e di una pratica rivoluzionaria comune”. Ritroviamo qui il principio di affinità di idee, mentre l’affinità di comportamenti si manifesta come “stile rivoluzionario di vita quotidiana”. Il gruppo “creava uno spazio libero dove i rivoluzionari potevano ricostruirsi, come individui e come esseri sociali”. Questo ci riporta, più precisamente, alle considerazioni del vecchio Sébastien Faure: il gruppo riesce a sottrarsi “all’ambito sociale”. Bookchin afferma di poter comparare (tradurre) il gruppo di affinità degli anni Trenta funzionante in Spagna (tenendo in considerazione ogni eventuale proporzione e congiuntura) alle forme di organizzazione adottate dai “radicali” nord americani: comuni, famiglie, collettivi. Fra diversi militanti Anarchici italiani invece, l’accento viene posto sulla comunanza di opinioni iniziale: i tradizionali gruppi di affinità sono “nuclei poco numerosi e con forte comunanza di opinioni generali e particolari che possono contemporaneamente mantenersi coerenti con i principi-base ed efficienti nel dinamismo decisionale e operativo”. Viene però aggiunto: “Affinità di idee, ma anche affinità personali, indispensabili poiché il gruppo non è un’azienda, ma un modo di vivere insieme nella lotta, come parte integrante della propria vita”. 


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