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giovedì 21 gennaio 2021

Il cinema, uno stile rivoluzionario – Robert Kramer


Una delle cose che rendono Robert Kramer un artista così importante è il fatto che la sua opera sia ideologicamente impegnata senza essere limitata dalla superficialità dei modelli ideologici. È politica, ma non si arrende alla tendenziosità e all'analisi politica. È sociologicamente acuta, ma non soccombe alla tendenza alla spersonalizzazione propria del sapere sociologico.  

A tutti quei registi che accettano la regola, imposta dalla società, della chiarezza d'esposizione, che credono che il cinema debba usare il lessico universalmente accettato per essere «convincente», noi essenzialmente diciamo: «Al di là delle vostre ragioni, al di là dei vostri presunti "contenuti", non fate altro che sostenere e rafforzare questa società. Siete parte del meccanismo che mantiene la stabilità attraverso la reintegrazione. I vostri film contribuiscono a tenere insieme il tutto. E infine, al di là della versione che date, avete già scelto da che parte stare. Fateci caso: il vostro senso dell'ordine e della forma è già una scelta politica. Non parlatemi di "contenuto", ma se lo fate vi rispondo che non potete confinare i nostri "contenuti" in significati legittimi e approvati, perché se questo è il modo in cui trattate il "contenuto", vuol dire non ne avete capito il senso. Il contenuto rivoluzionario non esiste, come non esiste uno spirito rivoluzionario esposto all'ispezione e alla vendita sul bancone degli acquisti e degli affari». Vogliamo fare film che diano fastidio, che scuotano le convinzioni, che costituiscano una minaccia, che non si vendano tramite tecniche di persuasione indiretta, ma che ideale impossibile esplodano come delle granate in faccia alla gente o aprano le menti come un apriscatole di tutto rispetto.” 


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