I Pirati e la Repubblica corsara di Salé
La Repubblica corsara di Salé, in Marocco composta da corsari, confraternite sufi, pederasti, "irresistibili" donne moresche, piratesse, schiavi, avventurieri, ribelli irlandesi, ebrei eretici, spie inglesi, eroi radicali proletari e altri ancora è la forma politica più evoluta tra le comunità di pirati del periodo (tra il XVI e il XIX). La storia ha teso vedere quella dei rinnegati come priva di significato, un semplice contrattempo nell'inevitabile progredire senza scosse della cultura europea verso il dominio mondiale. I pirati non erano istruiti, ma poveri e marginalizzati, e quindi (si suppone) non avrebbero potuto avere vere idee o intenzioni. Vengono visti come particelle insignificanti, spazzate via dal flusso principale della storia da uno strano mulinello o da un vortice d'irrazionalità esotica. Migliaia di conversioni verso la fede dell'Altro non significano nulla, secoli di resistenza all'egemonia cristiano-europea non significano nulla. Nessuno storico (forse) ha mai presupposto una connessione tra l'islamofilia intellettuale dei Rosacroce, l'Illuminismo e il bizzarro fenomeno dei rinnegati. Nessuno ha mai interpretato la loro; conversione all'Islam come una specie di forma definitiva di ranterismo, o anche quale mezzo di fuga da (e di vendetta contro) una civiltà d'infelicità economica e sessuale, da una cristianità "rispettabile", basata sulla schiavitù, la repressione e il privilegio delle élite. L'apostasia dei rinnegati quale autoespressione, l'apostasia di massa quale espressione di classe, i rinnegati come una sorta "avanguardia" protoproletaria. L'"avanguardia" ha fallito, i rinnegati sono svaniti, e l'iniziale cultura di resistenza evapora con loro. Ma la loro esperienza non è stata senza senso, né merita d'essere sepolta nell'oblio. Qualcuno dovrebbe rendere omaggio alloro fervore insurrezionale e alla loro "zona autonoma temporanea" sulle rive del fiume Bou Regreg in Marocco. Lasciamo che i rinnegati facciano di nuovo il loro ingresso nei sogni agitati della civiltà.
Nessun commento:
Posta un commento