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giovedì 18 maggio 2023

Ito Noe

Ito Noe nasce a Kyushu, Giappone, nel 1895 in una famiglia dell’aristocrazia terriera. Dopo un’educazione di alto livello, soprattutto per una donna dell’epoca, scappa da casa per sottrarsi a un matrimonio forzato e si trasferisce a Tokyo. Qui nel 1913 si unisce a un gruppo di donne che si batte per l’emancipazione femminile, l’associazione Seitosha fondata già negli anni Settanta dell’Ottocento da Hiratsuka Rancho, e in particolare collabora con la rivista del gruppo, “Seito”, per la quale traduce articoli di Emma Goldman. Dopo un breve matrimonio con un suo ex insegnante, Ito inizia nel 1916 un’appassionata relazione con l’anarchico Osugi Sakae e da quel momento diventa un’attiva militante del movimento giapponese. Nel corso degli anni ha un’intensa produzione letteraria, pubblicando oltre ottanta articoli su tematiche sociali, ma anche romanzi autobiografici in cui appare chiara la sua scelta libertaria di forte rottura con la società tradizionale giapponese. Nel 1919, insieme a Osugi, Wada Kyutaro e Kondo Kenji, fonda una rivista di ispirazione anarco-sindacalista, il “Rodo Undo”, il cui obiettivo è di creare un collegamento stabile tra il movimento anarchico e la nascente classe operaia giapponese. Grazie a questo periodico sorgeranno ben presto diverse sezioni locali con lo stesso nome dedite all’attività sindacale. Nel settembre 1923, poco dopo la nascita del suo ultimo figlio, le ricadute politiche di una catastrofe naturale squassano il movimento anarchico giapponese. Un devastante terremoto colpisce infatti la zona di Kanto, provocando centomila morti e due milioni di senza casa. Come spesso accade in questi casi, numerosi incendi scoppiano dopo il terremoto concorrendo ad aggravare le vittime e i danni. Incoraggiati dalle autorità, cominciano a circolare voci incontrollate secondo le quali questi incendi sono stati volutamente appiccati da “gruppi asociali”. Una folla inferocita comincia a braccare gli immigrati coreani e cinesi ritenendoli responsabili della tragedia, mentre la polizia, molto più selettivamente, sequestra e uccide un certo numero di oppositori politici, socialisti e anarchici (tra immigrati e oppositori si parla di alcune migliaia di vittime). Il 16 settembre Ito Noe e Osugi Sakae, insieme a un nipote di quest’ultimo di 6 anni d’età, vengono arrestati a Tokyo, pestati e infine strangolati nelle celle della Kempei-tai, i servizi segreti che rispondono direttamente all’imperatore Hirohito. I loro corpi vengono ritrovati alcuni giorni dopo in un pozzo, dove erano stati gettati per sbarazzarsene. Identificato il colpevole materiale dell’uccisione, l’agente Amakasu Masahiko, segue un processo che ne accerta le responsabilità. Condannato a dieci anni, viene però liberato quattro anni dopo per ordine dell’imperatore stesso, che lo reintegra nelle sue mansioni. Nel 1924, per vendicare la loro morte, l’anarchico Wada Kyutaro compie un attentato contro il generale Fukuda Masataro, responsabile militare del distretto dove sono avvenuti il sequestro e l’omicidio. Nella sua autobiografia Bertrand Russell racconta così il suo incontro con Ito Noe nel 1921: “Era giovane e bella… Dora [la moglie di Russell] le chiese: ‘Ma non hai paura che le autorità ti possano fare qualcosa?’. Lei si portò le mani alla gola e rispose: ‘So bene che lo faranno prima o poi’”.



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