Nacque a Seravezza (Lucca) il 12 ottobre1888. Di professione marmista, si avvicinò fin da giovane alle idee anarco-sindacaliste ed influenzato dall’attività instancabile degli anarchici della vicina Carrara, in particolare di Alberto Meschi, fu uno dei promotori, nel 1913, della Lega marmisti della Versilia che operava in stretto contatto con la Camera del Lavoro di Carrara. Fu anche corrispondente in quegli anni del giornale “ Il Cavatore” di Carrara. Nel 1916 fu eletto segretario del Circolo Studi Sociali di Ripa (Seravezza) e per questa sua attività fu spesso oggetto di persecuzioni, insieme ad altri suoi compagni. Fu richiamato alle armi nel marzo 1916 e nel 1918, con la smobilitazione, rientrò al suo paese dove trovò una situazione peggiore di quella che aveva lasciato. I moti per il carovita del 1920 scoppiarono anche in Versilia e gli anarchici furono sempre in prima fila. Ma i moti fallirono e furono spiccati mandati di cattura nei confronti di molti anarchici versiliesi, fra cui Baldi, che per sottrarsi all’arresto si diede alla latitanza. Venne rintracciato, catturato e dopo tre mesi amnistiato. Nel 1920 partecipò alla costituzione del Gruppo Comunista-Anarchico della Versilia aderente all’Unione Anarchica Italiana. Intanto il fascismo aumentava progressivamente le sue azioni intimidatorie ed i primi ad essere presi di mira furono ovviamente gli anarchici. Baldi subì persecuzioni, fu bastonato e minacciato cosicché nell’ottobre 1922 insieme ad un altro anarchico decise di espatriare. I due non riuscirono nel loro intento, ma furono arrestati alla frontiera di Ventimiglia e dopo 15 giorni di carcere ricondotti a Seravezza. Baldi ripeté il tentativo l’anno successivo, questa volta con successo grazie all’aiuto di alcuni contrabbandieri. Fra il 1926 e il 1934 lavorò come scultore a Nizza e a Monaco frequentando sempre gli ambienti antifascisti italiani della Costa Azzurra. Il primo gennaio 1931 partecipò alla dimostrazione di fronte al Consolato Italiano di Nizza e successivamente in diverse riunioni di emigrati avrebbe, secondo un rapporto della polizia politica, prospettato la necessità di creare un comitato di assistenza in favore dei renitenti alla leva e dei disertori italiani. Per questa sua attività fu espulso dalla Francia il 30 mar zo 1934 e costretto a rendersi irreperibile. Solo in seguito, grazie all’intervento della LIDU, il governo francese revocò il provvedimento e concesse a Baldi un permesso di soggiorno rinnovabile di tre mesi in tre mesi. In seguito all’occupazione di Nizza da parte dei fascisti, fu arrestato il 28 novembre 1942 ed il 30 internato nel campo di concentramento di Vernet; quindi il 22 dicembre fu consegnato alle autorità italiane al confine di Menton. Con ordinanza del 9 febbraio 1943 fu assegnato al confino di Tremiti per cinque anni. Liberato il 5 settembre, rientrò al suo paese dove rimase solo due mesi poiché la sua famiglia era rimasta in Francia. L’11 novembre rientrò clandestinamente a Nizza non avendo ottenuto il regolare visto di espatrio. Ritornò dopo qualche anno nella sua Versilia ove contribuì a ricostituire il gruppo anarchico aderente alla Federazione Anarchica Italiana. Morì a Seravezza il 30 ottobre 1973.
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