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giovedì 18 aprile 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XVI

1918

Trotzki, il fondatore e capo dell'Armata Rossa, è impegnato nella costruzione di un saldo potere rivoluzionario centrale, e dopo avere distrutto in Crimea, con l'aiuto degli anarchici, il nuovo esercito bianco guidato dal generale zarista Wrangel, definisce «banditi» i seguaci di Makhno. Né Trotzki né Lenin possono ammettere l'esistenza di una forza alternativa organizzata. Vengono anche ingannati dal comunista ungherese Béla Kun che dopo avere firmato il trattato di alleanza con l'esercito anarchico ucraino, fa circolare voci tendenziose sulla makhnovcina. Su Makhno, intanto, nel popolo russo fioriscono le leggende. Quando il pericolo bianco è definitivamente scongiurato, Lenin e Trotzki il 26 novembre ordinano all'Armata Rossa di eliminare la makhnovcina e il movimento anarchico. Neppure tra gli anarchici mancano critiche nei confronti dei makhnovisti. Al primo congresso dei Sindacati Rossi che si tiene a Mosca nel luglio 1921 si ha una discussione pubblica sulla liberazione degli anarchici detenuti in gran numero nelle galere sovietiche. (Gli arresti a opera della polizia segreta erano cominciati nell'aprile 1918.) Il leader bolscevico Bukharin difende le misure repressive del governo e accusa tutti gli anarchici di essere dei banditi che hanno lottato armi alla mano contro il governo di Mosca. Il sindacalista francese Sirolle, l'unico che riesce a prendere la parola  prima della chiusura del dibattito, è costretto a «scaricare» i makhnovisti: «Tengo a dichiararvi, perché è una profonda verità, che non tutti gli anarchici russi partecipano al movimento di Makhno, che essi condannano, e che quindi, quando noi facciamo richieste in favore del movimento anarchico, lo facciamo per quelli del movimento filosofico e ideologico, di quegli  anarchici che furono alla testa delle prime lotte rivoluzionarie, che parteciparono a tutte le battaglie, che entrarono nelle organizzazioni sovietiche, che tentarono di portarvi i loro criteri, perché era il loro dovere, perché la rivoluzione è proletaria ed essi appartengono a questa classe proletaria». Sconfitto, ferito, uccisi quasi tutti i suoi seguaci dall'Armata Rossa, Makhno non si arrende. Il 28 agosto 1921 fugge in Romania, viene imprigionato, erra tra Polonia, Danzica  e Berlino. Morirà in esilio a Parigi, nel 1934, stroncato dalla tubercolosi contratta giovanissimo nella prigione dove aveva conosciuto per la prima volta le idee anarchiche parlando con Piotr Arginov, un ex bolscevico convertitosi all'anarchismo e successivamente membro e biografo della makhnovcina. 

Fine 1918 - Gli anarchici della Russia meridionale si riuniscono nella Confederazione delle organizzazioni anarchiche dell'Ucraina - Nabat (Campana d'allarme). Forte soprattutto nelle città di Kharkov e Kursk, il movimento della Nabat raccoglie le figure di maggior rilievo dell'anarchismo russo dell'epoca, da Volin a Piotr Arginov, Olga Taratuta, Senya Flesin, Yarcuk, Aaron e Fanya Baron. La Nabat cerca di riunire seguaci di Kropotkin, individualisti e sindacalisti e sostenitori di  Nestor Makhno, che nell'agosto '17 è stato eletto presidente del Soviet di Gulae-Pole. 

1919 

- Si costituisce la CGT (Confederacao Generaldo do Trabalho) portoghese, molto influenzata dai principi della Charte d'Amiens. Da anni gli anarchici conducono una dura lotta contro le degenerazioni dei repubblicani andati al potere, con la caduta della monarchia, nel 1910, e in difesa del pane e del lavoro. Nel 1922 la CGT entra nell'Associazione Internazionale dei Lavoratori al pari della spagnola CNT. La Confederazione anarco-sindacalista conta nel 1925, al suo secondo congresso, 135 sindacati, 11 federazioni d'industria e cinque camere del lavoro, con un totale di circa 200 000 aderenti. E la più grande centrale operaia operante in tutto il Portogallo. Nel 1926, col colpo di stato militare, la CGT viene dichiarata fuorilegge e cosi il suo organo quotidiano "A Batalha" (La Battaglia, fondato il 23 febbraio 1919) che quanto a tiratura, 25 000 copie, è il secondo giornale del paese. Nel 1934 la CGT organizza lo sciopero generale, l'ultima grande manifestazione contro la dittatura di Antonio Salazar. Mentre la CGT poco dopo si scioglie, i militanti anarchici, al pari degli altri antifascisti piü combattivi, vengono imprigionati, torturati, uccisi dalla polizia segreta, la ferocissima PIDE. Il 25 aprile 1974, abbattuto Caetano, il successore  di Salazar, da un colpo di stato dell'esercito, le bandiere nere e rosse dell'anarco-sindacalismo riappaiono in Portogallo. Quando, per iniziativa del leader stalinista del p.c. portoghese Alvaro Cunhal viene formato il sindacato unico per legare la classe operaia all'apparato statale, gli anarchici chiedono la costituzione di «commissioni di ricostruzione sindacale» in tutte le aziende. "A Batalha" il 21settembre 1974 riprende le pubblicazioni (prima quindicinale, poi settimanale) polemizzando con l'impostazione verticistica di Cunhal e dei militari e sostenendo il progetto di una società autogestita e  federalista. 




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