1918
6 novembre - Si fermano i cantieri navali e le fabbriche di Kiel e di Amburgo. Soldati e marinai iniziano la rivolta. Sulle navi da guerra viene issata la bandiera rossa. Liberati i detenuti, destituiti gli ufficiali, i poteri passano ai Consigli degli operai e dei soldati. L'ammutinamento dei marinai di Kiel è come un segnale: tre giorni dopo insorge Berlino, poi tutta la Germania. La carica di cancelliere passa al socialista di destra Ebert, che col ministro della difesa Noske (anche lui socialdemocratico) reprimerà la rivolta nel gennaio 1919, sterminando gli spartachisti guidati da Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht.
7 novembre - Scoppia la rivoluzione in Baviera al primo anniversario della Rivoluzione bolscevica. L'anarchico Gustav Landauer viene chiamato a Monaco dal suo amico Kurt Eisner, socialista, presidente della neonata repubblica. Con Erich Miihsam e Ernst Toller, Landauer si batte per dar vita ai consigli dei lavoratori, alle cooperative autogestite e autonome.
11- novembre - Fine della prima guerra mondiale. La casta militare germanica preferisce affrontare il «fronte interno». - Si rafforza e diffonde il movimento dei contadini rivoluzionari iniziato a Gulae-Pole da Nestor Makhno e che da lui prende il nome di makhnovéina (gennaio 1918 - agosto 1921). Gulae-Pole (dove Makhno è nato nel 1889 da poverissima famiglia) è una cittadina di circa 30 000 abitanti, con diverse fabbriche. La produzione e il commercio dei cereali hanno favorito l'uso di manodopera salariata e di macchine al posto dei servi (nel corso dell'Ottocento questi contadini hanno resistito, facendo anche ricorso alla violenza, alla diffusione della servitù). La
zona differisce sia dall'Ucraina orientale, più industrializzata e già penetrata dalla propaganda bolscevica assai influente tra i lavoratori urbani, sia dall'Ucraina occidentale, più agricola, ove più della metà della popolazione era in servitù fino al 1861. - Per 7 mesi, dal novembre 1918 al giugno 1919 la regione controllata da Makhno all'est del Dnieper non viene raggiunta né dai Bianchi né dai Rossi. L'associazione dei contadini di Gulae-Pole s'impadronisce delle terre dei latifondisti e le distribuisce tra i contadini poveri. Vengono fondate comuni a partecipazione volontaria con 100-300 membri. Gli operai gestiscono le piccole fabbriche e i cereali sono scambiati con i manufatti delle città. Per difendere questa piccola società anarchica Makhno organizza unità guerrigliere a cavallo capaci di grande mobilità e dotate di mitragliatrici montate su piccoli carri trainati da cavalli (tacanki). I guerriglieri possono riunirsi e disperdersi con grande rapidità tra i contadini che li avvertono in caso di attacchi controrivoluzionari. I comandanti sono in maggioranza contadini, ma non mancano gli operai e qualche rarissimo intellettuale. Alla fine del 1919, momento di maggiore diffusione del movimento makhnovista, gli effettivi dell'armata anarchica superano le 50 000 unità, che dispongono di armi strappate al nemico, compresi cannoni, treni e autoblinde. Dal 1917 al 1921 la bandiera nera dell'anarchia lotta contro le truppe di occupazione austriaco-tedesche e le armate bianche di Denikin, Skoropadskij, Petliura e Wrangel, al fianco dei bolscevichi, e sventola libera al vento proteggendo i contadini liberati dal lavoro salariato. Sorgono le Comuni agricole e i Soviet dell'Ucraina. La makhnovéina, forza di combattimento autonoma, funziona come una «repubblica di tacanki». Essa si rifiuta di accettare la cessione dell'Ucraina all'Austria-Ungheria (che i bolscevichi avevano dovuto subire col trattato-capestro di Brest-Litovsk). In diverse occasioni Makhno collabora con i bolscevichi per respingere l'invasione dei russi bianchi, e nell'autunno del 1919 darà un contributo fondamentale alla sconfitta del generale Denikin che avanzava al nord. Dopo averlo dichiarato fuorilegge in gennaio, ai primi di ottobre del 1920 il governo bolscevico conclude un accordo con Makhno stabilendo di liberare gli anarchici arrestati in Ucraina e di riconoscere loro la libertà d'azione. Ma profonde restano le differenze di metodo, di ideologia, di pratica politica e sociale.
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