1936
In Barcellona in modo particolare la polizia agisce con metodi provocatori: si calcola ch e delle duemila bombe esplose nel 1908-9 davanti alle fabbriche e alle case dei padroni della città, la maggior parte sia d'origine poliziesca: le direttive del governo centrale di Madrid sono di screditare il movimento dell'autonomia catalana. Nel 1923 il gruppo Los Solidarios è composto a Barcellona da Durruti, Juan Garcia Oliver, Francisco Ascaso, Gregorio Jover, Miguel Garcia Vivancos, Antonio Ortiz, Ramona Berni, Eusebio Brau, Manuel Campos, Aurelio Fernandez, Julia Lopez Mainar, Alfonso Miguel, Pepita Not, Gregorio Suberviela, Maria Luisa Tejedor, Manuel Torres Escartin, Antonio "El Toto", Ricardo Sanz. Il padronato organizza gruppi di pistoleros e di picchiatori, che assassinano più di 300 sindacalisti anarchici. I Solidarios provvedono come possono all'autodifesa. Gruppi armati si vanno costituendo ovunque. Cade crivellato di colpi l'imprenditore Graupera, il ricchissimo presidente dell'Unione industriali; poliziotti che avevano massacrato lavoratori in sciopero, torturatori con la divisa della Guardia civil, ingegneri, direttori di ferrovie, capireparto noti come spie vengono abbattuti a revolverate. Cade anche l'ex governatore di Barcellona, Maestre Laborde; e cosi pure il presidente del consiglio dei ministri, Eduardo Dato, il responsabile della repressione a Barcellona; e infine Ascaso e altri - mentre Durruti è agli arresti perché sospettato di «intenzione di rapinare una banca» (estate 1923) - fanno fuori a colpi di pistola il cardinale Soldevila, residente a Saragozza; proprietario di diversi alberghi e case da gioco, l'alto prelato finanziava i Sindicatos Libres che a Barcellona costituivano la milizia privata dei padroni più retrivi. Durruti viene rilasciato l'indomani. L'offensiva poliziesca continua. Nessuno può girare disarmato; accanto alla lima, sul banco di lavoro, c'è sempre la pistola, per difendersi in caso di assalto dei pistoleros o della polizia. Ma l'eliminazione di Dato impressiona il governo. A Barcellona c'è praticamente un clima di guerra civile: a ogni prepotenza dei datori di lavoro i Solidarios replicano con la violenza; il circolo della caccia, ove si riuniscono i magnati di Barcellona, viene attaccato a colpi di bombe a mano. Per ogni operaio ucciso viene abbattuto un poliziotto o un borghese, finché il governo cede e la smette con la maniera forte. Decide di usare metodi più moderni basati sulla cattura del consenso, e riconosce diritti d'esistenza legale ai sindacati. La prima manifestazione pubblica a Barcellona dopo tre anni di feroce repressione è un trionfo per gli anarco-sindacalisti. La manifestazione, che si
svolge all'immenso Teatro Victoria pieno in ogni settore, si apre con la lettura dei nomi dei militanti caduti, esattamente 107. Gli anarchici fondano quindi centri culturali e scuole operaie, mentre il loro quotidiano, "Solidaridad Obrera", supera con le sue 50 000 copie di tiratura, tutti gli altri fogli più ricchi e potenti. Con la dittatura di Primo De Rivera i Solidarios sono costretti all'espatrio. Il gruppo si ricostituisce a Parigi, ove per prima cosa fonda le Edizioni Anarchiche Internazionali e apre la Librairie Internationale, al numero 14 di rue Petit. Durruti, i due fratelli Ascaso, Garcia Oliver e Jover hanno ricevuto in consegna tutti i soldi del gruppo, ed essi ne versano una parte (300 000 pesetas) per la libreria; comincia subito dopo la pubblicazione dell'Enciclopedia Anarchica e di libri, opuscoli e riviste in varie lingue. Durruti trova lavoro come meccanico alla Renault. Jover potrebbe diventare capo operaio ma si rifiuta di sorvegliare gli altri lavoratori, e viene licenziato. Anche la polizia ostacola l'attività della libreria. Durruti conosce l'anarchico russo Nestor Makhno, che lavora in una piccola falegnameria parigina. Rientra clandestinamente a Bilbao per discutere con Largo Caballero (dirigente del partito socialista e futuro presidente del consiglio dei ministri della Repubblica) ed esponenti di altre organizzazioni le forme di lotta contro la dittatura. Dopo la rovina della casa editrice perseguitata dalle autorità e un fallito tentativo insurrezionale collegato con un'azione alla frontiera franco-spagnola, verso la fine del 1924 Durruti, Francisco Ascaso e Jover s'imbarcano per Cuba. Durruti esordisce come tribuno popolare spiegando le ragioni della lotta del movimento rivoluzionario spagnolo. Braccati ben presto dalla polizia devono spostarsi in Messico, Perù, Cile e successivamente raggiungono Buenos Aires, dove tra il 1925 e il 1926 rapinano banche per finanziare il movimento ed entrano in contatto con gli «anarchici espropriatori» Gino Gatti, Emilio Uriondo, Antonio e Vicente Moretti, lo spagnolo Andrés Vàzquez Parédes e Miguel Arcàngel Roscigna. Poi da Montevideo tornano in Europa.
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