Sono due interpretazioni opposte e simili di fatti storici, due arlecchini al servizio di un unico padrone: il dominio.
Partiamo dal generale e iniziamo a notare che complottismo e anticomplottismo esistono effettivamente ma non corrispondono esattamente, e addirittura assai poco, alle riflessioni, alle situazioni, alle denunce e alle ricerche che li riguardano. Perché questo tipo di errore ricorrente colpisce sia chi crede fermamente nell'esistenza di un complotto, sia chi ne nega l'esistenza con sufficienza. Infatti, là dove prendono forma, queste due posizioni antagoniste sprovviste di prove verificabili sono due complottismi opposti nel senso ambiguo e psicolabile che questo concetto implica. Così come l’inferno per Sartre, i complottisti sono sempre gli altri. Chiamiamo dunque complottismo qualsiasi interpretazione paranoica o consapevolmente fuorviante di un dato, un fatto, una situazione. Il complottismo è il sapere dell'ignoranza guidata dall'odio o da un qualunque interesse sussidiario, economico o psicologico. Può essere cosciente e opportunista o inconscio e paranoico; riguarda sia i dominanti sia i sottomessi e i servitori volenterosi. Tra mille difficoltà e confusionismi, orfani di una coscienza di classe sconfitta dal consumismo, i ribelli hanno il compito storico di evitarlo e di trasformare questa mancanza di lucidità in una coscienza di specie, su pena, altrimenti, di diventare essi stessi i peggiori divulgatori della paranoia degli schiavi tanto utile alla perpetuazione della schiavitù. In un simile contesto storico, le ideologie complottiste (di cui l'anticomplottismo fa parte) sono il sintomo di una piaga funzionale al dominio. Nel nostro tempo che si dice moderno, esse possono variare dall'antisemitismo negazionista al sionismo antipalestinese, dal suprematismo bianco tipico del fondamentalismo cristiano alle gerarchie vampiresche di altri misticismi di ogni genere che impestano il vivente. Ogni volta che la paura dell'ignoto imperversa, la capacità umana d’immaginazione è il primo detonatore della formidabile arma della manipolazione. Ne abusano tutti i poteri – quelli intimi e personali e quelli che riguardano la vita collettiva, la comunità sociale. Ogni volta che la coscienza è sopraffatta da una qualsiasi paura, la spiritualità naturale prodotta dal dialogo tra il corpo e lo spirito di cui è composto l'essere umano si sbriciola spontaneamente in spiritualismo maniacale, anticamera di ogni misticismo. Quanto più profonda, intima e rimossa è la paura, tanto più si scatena l'impotenza, tanto più qualsiasi delirio può abusare l'individuo che dubita e tentenna.
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