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giovedì 7 novembre 2024

MACUNAIMA - Joachim Pedro de Andrade

Sorprendente, bizzarro, cinico, sexy, il primo film musicale del movimento brasiliano "Cinema Novo" possiede tutte queste virtù: modernità, forza e metafisica radicale al servizio della rivoluzione. E' così fedelmente indigeno che le sue gioie misteriose e le illusioni ci trasformano in voyeur di una festa estranea le cui sfumature ci raggiungono senza ben riuscire ad afferrarle. Si basa su di un testo chiave che racconta le imprese di un ridicolo cavaliere per soddisfare il desiderio sessuale della cognata. Lasciando casa, egli incontra un gentile cannibale con vestiti cittadini, una bellissima guerrigliera che ama le amache rosse ma che porta le bombe nascondendole sotto al bambino che giace nella sua carrozzina. Un  uomo gli vende un'anitra magica che defeca invece di fare uova d'oro. Fa un discorso politico improvvisato denunciando zanzare, balconi e vaiolo, riuscendo solo a farsi marchiare come comunista. Parla con un vagabondo che lo persuade a rompersi le palle e a mangiarle: ma ci sono sempre ragazze volonterose a curarlo. Dopo una breve fermata in una colonia di lebbrosi, il film termina con una festa all'aria aperta in cui dei borghesi sono costretti a dondolarsi su una suntuosa piscina piena di piranha con prevedibili risultati
pittoreschi. L'eleganza visiva delle immagini e della messa in scena è altrettanto soddisfacente dell'audace uso di colori e composizioni eccezionali e sensuali. Gli eventi e le idee affascinatamente bizzarri e ingenuamente sofisticati, testimoniano la presenza di una sensibilità moderna e cosmopolita, resa gelosa dalla corruzione e dai privilegi di classe, ben conscia della vera matrice culturale del suo paese. Per questo regista il cinema è un mezzo di magia e di rivoluzione: una rivoluzione dell'atteggiamento e della personalità, piuttosto che della propaganda. Un meraviglioso mélange di toni pop accompagna  il continuo progredire di Macunaima fino alla sconfitta finale: una affascinante volgarità esprime il disprezzo del film verso valori puritani, convenzionali. Il miscuglio multi-razziale del cast, degli eventi e dei corpi supera totalmente il problema della integrazione e una crudeltà gioiosa, ideologicamente fondata, contribuisce alla avventura cinematografica. Non tutti i giorni ci viene detto al cinema  "ognuno per se stesso e Dio contro tutti". Sarebbe difficile  ma non impossibile fraintendere questo film come un innocuo gioco dadaista. Ma la visione nascosta è filosofica e buia. I temi principali sono il Piccolo Uomo come vittima (e, ancor peggio, come complice), il mondo come un luogo estraneo e incomprensibile, la cieca stupidità e la implicita crudeltà del privilegio e del potere di classe e infine la necessità di riprendere il carattere genuino folcloristico brasiliano, il legame con la cultura indigena libera dalla dominazione straniera. Rispetto a tutto ciò "Macunaima" rappresenta le migliori aspirazioni artistiche e sociali del movimento brasiliano "Cinema Novo", quella intrepida e disperata banda di registi che tentarono di rappresentare il vero Brasile e i cui rischi, nel fare i film, non erano soltanto di natura finanziaria.



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