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giovedì 3 aprile 2014

L’antipsichiatria istruzioni per agire

Le istruzioni per usare l’antipsichiatria sono istruzioni per non farsi usare dalla psichiatria, istruzioni che suggeriscono di vedere le persone per quelle che sono e le loro azioni per quello che dicono. Smettere di usare la psichiatria significa ricominciare ad usare i nostri occhi, le nostre mani, la nostra mente, la nostra sensibilità per tentare di metterci in contatto con esperienze e persone che abbiano smesso di sentire, toccare, pensare o capire.
Senza il nostro consenso ed il nostro appoggio il cercatore del Graal non può essere internato. Angela non può essere aiutata. Arturo non può essere fermato. Carmelo non può essere sepolto in manicomio.
L’antipsichiatria non ha specialisti, strutture, tecniche o cure. Non dice che si deve far ragionare il cercatore del Graal o far smettere di urlare Angela. Dice di dar loro credito e rispetto. Dice di agire per aiutarli a cercare il Graal o per bloccare i gas nervini. Il come fare sta a noi, alla nostra creatività, alla nostra passione, alla nostra umanità e intuizione. Non credo che sia facile, dico che è possibile. Del resto non possiamo continuare ad accettare che la psichiatria risolva per noi il conflitto tra chi dorme la notte chi no, tra chi crede all’infallibilità del papa e chi crede che gli ulivi siano le antenne di dio sulla terra, tra chi afferma che la proprietà privata è un furto e chi dice che hanno rubato i suoi pensieri, tra chi compra azioni in borsa e chi pianta chiodi in tutte le icone sacre della città … L’incomprensibilità ed il pericolo della follia sono ben poca cosa rispetto al terrore della normalizzazione psichiatrica. La soluzione psichiatrica è sempre iniqua, assurda e inumana. Se Sara pianta i suoi chiodi sull’icona della Madonna dell’Aiuto, la psichiatria pianta un bisturi nel suo cervello o un ago nelle sue vene.
Non ci sono solo le vittime e i carnefici. Ci siamo noi sul ciglio della strada mentre portano via il cercatore del Graal, siamo gli impauriti vicini di Angela, gli ex compagni del liceo di Carmelo, i parrocchiani interdetti di Sara. Pensiamo di essere solo testimoni incompetenti e casuali ed invece siamo i mandanti di quanto accade, non meno incoscienti, innocenti e paurosi degli infermieri che eseguono l’ordine di afferrare, tener fermi, chiudere a chiave o controllare i loro simili.
Sul nostro silenzio sono costruiti i manicomi. Sulla nostra paura le pratiche psichiatriche. Non è possibile farsi da parte o tirarsene fuori. Siamo tutti arruolati in questa guerra inumana e fratricida. Terrorizzati dall’idea di un nemico invisibile, imprevedibile e crudele.
Non basta disertare. Bisogna prendere posizione. Non ubbidire più agli ordini. Non indossare divise. Non usare più il nostro corpo per impedire ad altri di cercare. Non bloccarne il corpo o la mente. Non confonderne le ragioni. Continuare ad ostinarsi a voler rimanere umani.  

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