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giovedì 29 maggio 2014

Il passamontagna del Subcomandante


Perché vogliono farci diventare un partito politico se noi non vogliamo il potere? Non riescono a capire che un movimento politico possa non essere interessato al potere politico? Ci sono già abbastanza partiti politici. Perché dovremmo aggiungerne un altro? Non vogliamo. Noi non stiamo promuovendo niente. Noi non chiediamo il governo. Noi vogliamo abbattere il governo. Noi vogliamo vivere in pace, in democrazia, libertà e giustizia".
Non ci siamo sollevati in armi per il gusto di uccidere e morire. Siamo stati in molti ad aver tagliato i ponti in quell'alba del primo gennaio e ad aver intrapreso questo oneroso percorso con un passamontagna a celare il nostro volto. Siamo stati in molti a muovere questo passo senza ritorno, sapendo da subito che alla fine ci aspetta una morte probabile o l'improbabile possibilità di assistere alla vittoria. La presa del potere? No, qualcosa di più difficile: un mondo nuovo.
Noi già vivevamo senza pace, i nostri figli sono bambini e bambine come i vostri, ma infinitamente più poveri. Per i nostri bambini e bambine non ci sono scuole né medicine, non ci sono vestiti né alimenti, non c'è un tetto dignitoso sotto cui riparare la nostra povertà. Per i nostri bambini e bambine c'è solo lavoro, ignoranza e morte. La terra che abbiamo non serve a niente. Per poter guadagnare qualcosa per i nostri figli siamo andati a cercare un salario nelle terre di altri, i potenti, che pagano il nostro lavoro una miseria.
Non ne potevamo più e allora siamo stati costretti a scendere sul sentiero di guerra, perché ciò che chiedevamo a viva voce non é stato ascoltato. E noi non chiediamo elemosine o carità, chiediamo giustizia: un salario giusto, un pezzo di buona terra, una casa dignitosa, una scuola vera, medicine che guariscono, pane sulle nostre tavole, rispetto per le nostre tradizioni, libertà di dire quello che pensiamo aprendo la bocca, affinché le parole ci uniscano agli altri in pace e senza morte. Questo abbiamo sempre chiesto e non hanno mai ascoltato ciò che la nostra voce reclamava. E allora abbiamo impugnato un'arma, allora abbiamo trasformato gli attrezzi da lavoro in strumenti di lotta, e allora la guerra che ci facevano, la guerra che ci uccideva l'abbiamo rivolta contro di loro, i grandi, i potenti, quelli che hanno tutto e non meritano nulla.

Lo specchio del Paese, adesso è un passamontagna, e il Paese si chiede cosa ci sia dietro, il perché di questo passamontagna. Alla fine noi scompariremo così come siamo comparsi. Ciò che forse adesso il paese non capisce è che questo passamontagna non vuole essere l'emblema di un potere egemonico.
Se non puoi avere ragione e forza, scegli sempre di avere ragione e lascia al nemico la forza. In molti combattimenti, la forza può uscire vittoriosa, ma la lotta nel suo insieme è vinta solo dalla ragione. Il potente non potrà mai avere ragione con la forza, ma noi possiamo sempre ottenere forza dall'aver ragione.

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