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giovedì 25 dicembre 2014

La soddisfazione del desiderio è la rivoluzione - Costant

Nel vuoto culturale senza precedenti seguito alla guerra, in cui la classe dominante spinge sempre di più l’arte in una posizione di dipendenza. Noi troviamo affermata una cultura individualistica che viene condannata dalla stessa cultura che l’ha prodotta, perché la sua convenzionalità impedisce l’esercizio dell’immaginazione e del desiderio, e blocca l’espressione vitale. Non può esserci un’arte popolare, anche se al pubblico vengono fatte concessioni come la partecipazione attiva, mentre le forme dell’arte vengono imposte storicamente. L’arte popolare è caratterizzata dall’espressione vitale, collettiva e diretta. 
Sta per nascere una nuova libertà, una libertà che permetterà alle persone di soddisfare i loro desideri creativi. Come risultato di questo processo, la professione dell’artista cesserà di occupare una posizione di privilegio; è per questo che alcuni artisti contemporanei vi si oppongono. Nella fase di transizione, la creazione artistica si ritrova in guerra con la cultura esistente, e contemporaneamente annuncia una cultura a venire. Con questa dualità, l’arte assume un ruolo rivoluzionario nella società.
Parlare del desiderio significa parlare dell’ignoto, del desiderio di libertà. la libertà della nostra vita sociale, che noi assumiamo come nostro principale impegno, aprirà le porte di un nuovo mondo. È impossibile conoscere un desiderio senza soddisfarlo, e la soddisfazione del desiderio è la rivoluzione. La cultura odierna, essendo individualistica, ha sostituito la creazione con la “produzione artistica”, ed ha prodotto soltanto segni di una tragica impotenza. Creare è sempre scoprire ciò che non si conosce. È il nostro desiderio è fare la rivoluzione. 

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