Una lenticchia
una lenticchia
delle lenticchie
una lenticchia
un sasso
una lenticchia
una lenticchia
un sasso
Una verde
uno nero
una verde
uno nero
un sasso
una lenticchia verde
Una lenticchia accanto all’altra
un sasso accanto alla lenticchia
d’un colpo una parola
una parola accanto ad una lenticchia
Poi delle parole
una lenticchia
una parola
una parola accanto a un’altra
poi una favella
E parola dopo parola un folle discorso
un canto invecchiato
un vecchio sogno
Poi una vita
una vita diversa
una vita accanto a un’altra
una lenticchia
una vita
Una vita facile
una vita difficile
perché facile
perché difficile
Ma le une accanto alle altre delle vite
una vita
poi una parola
poi una lenticchia Una verde
uno nero
una verde
uno nero
un dolore
un canto verde
Una lenticchia verde
uno nero
un sasso
una lenticchia
un sasso
un sasso
una lenticchia
(Voci del dolore e del coraggio, dello strazio e della speranza, dell’umiliazione e della grande dignità del popolo armeno, voci che, come i colori compressi dentro il vetro urlano per essere liberate, per raccontare le storie e rompere il silenzio, che voleva soffocare la memoria e nascondere l’orrore del Metz Yeghèrn, del Grande Male)
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