Operaio tipografo, nasce a Torino il 17 marzo 1879. Ancora adolescente, compie le prime esperienze lavorative come apprendista tipografo. Accostatosi allo studio delle grandi figure anarchiche del passato, acquista una profonda conoscenza dei fondamenti teorici e dei lineamenti dottrinari del pensiero libertario. Durante gli anni del giolittismo, inizia a frequentare varie associazioni e sedi culturali. Tra il 1907 e il 1909 aderisce al gruppo libertario "Guerra sociale", al gruppo anarchico "Studi sociali" e al Fascio Libertario torinese distinguendosi come abile oratore e ottimo propagatore di idee. Prende parte a tutte le agitazioni del movimento operaio locale, divenendo in breve tempo uno degli esponenti più influenti dell'anarchismo torinese. Si adopera per la diffusione del materiale propagandistico durante i comizi e le riunioni pubbliche indette dal movimento. Nel 1909, la Questura di Torino lo segnala quale "Elemento fermo, deciso e di seri propositi, da ritenersi pericoloso per l'ordine pubblico in quanto capace di azioni dirette e violente". Nel giugno 1917, partecipa al convegno anarchico piemontese, tenutosi a Torino, entrando in duro contrasto con alcuni membri del Fascio libertario torinese, insieme ad un altro gruppo di compagni, decide allora di distaccarsi dal Fascio e di fondare l'Associazione Anarchica Piemontese. Come segretario della nuova organizzazione, prende parte al Convegno anarchico contro la guerra, tenutosi a Pisa nel 1915. Rientrato a Torino, viene arrestato dopo poche settimane nel corso di una manifestazione di protesta antimilitarista. Rilasciato nell'agosto del 1916 per trascorso periodo di carcerazione preventiva, viene mantenuto in stato di stretta vigilanza. Durante i moti contro il carovita e la guerra dell'agosto 1917, è tra quei militanti del "nucleo ribellista" che innalza la barricate alla "Barriera di Milano".
Fermato nel corso degli scontri è deferito al Tribunale militare di Torino che, nell'agosto del 1918, lo assolve per non provata reità dall'imputazione di tradimento indiretto. Nei turbinosi anni del primo dopoguerra, Acutis aderisce alla protesta operaia che si diffonde nelle principali fabbriche e officine della città. Nel frattempo, partecipa come delegato della frazione anarchica torinese al congresso dell'UAI, tenutosi a Bologna dal primo al quattro luglio del 1920. Al suo ritorno in città, si scontra subito con la dura realtà del nascente fascismo locale. Sorvegliato dalle autorità e ben noto negli ambienti dello squadrismo torinese, decide allora di emigrare clandestinamente dall'Italia. Nel 1923 riesce a eludere tutti i controlli di frontiera e a entrare in territorio francese. Nel 1926 va a vivere a Parigi dai fratelli Edoardo e Giovanni. Dopo aver partecipato ad alcune iniziative antifasciste predisposte dai gruppi anarchici della regione parigina, comincia gradualmente ad allontanarsi dalla attività militante che abbandona definitivamente alla fine degli anni venti. Muore a Parigi nel 1967.
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