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giovedì 13 giugno 2019

LA MIA AMICA E LE MIE SIGARETTE di Nizar Qabbani

Continua a fumare... mi affascina 
un uomo quando fuma. 
Che buono il tuo tabacco... 
e il mondo accoglie l'autunno. 
Il caffè, i giornali oziosi, 
le visioni e i frammenti di tazze. 
Fuma, che meraviglia un uomo 
che si consuma in un angolo... e mi consuma... 
Un uomo.. .le cui dita si serrano 
e pensano senza testa... 
Accendine una e poi un'altra, 
accendila dalla brace dei miei occhi 
e posa la cenere sulla mia mano, 
il tuo fuoco non può farmi male... 
Io sono una donna appagata 
quando mi adagio sul divano... 
Per ore, in questo tempio, 
osservo il tuo viso stanco 
e conto... 
conto le vene della tua mano... 
mi svagano quelle vene 
e i fili bianchi dei capelli qui e lì sfiniscono i miei nervi... 
e mi sfiniscono. 
Fuma, che meraviglia un uomo 
che si consuma in un angolo... e mi consuma... 
Bruciami...e con me brucia la mia casa, 
sii libero come un folle! 
Io sono una donna, 
e mi basta sentirmi protetta, 
mi basta sentire una mano 
che si insinua dietro il divano 
per accarezzarmi la testa e la fronte, 
una mano che si insinua dietro il divano 
per accarezzarmi le orecchie con calma, 
e per lasciare tra miei capelli neri 
una ghirlanda di fiori di limone. 

Fuma, che meraviglia un uomo 
che si consuma in un angolo... e mi consuma... 
(Nizar Qabbani nato a Damasco nel 1923 e morto a Londra nel 1998. La sua poetica di rottura ai vecchi canoni classici, focalizzata su temi come l'amore, il sesso e la liberazione femminile, riesce, ancora oggi, a ipnotizzare il pubblico arabo di ogni ceto.
"La poesia è la patria delle cose che si ribellano a loro stesse, e delle forme che rifuggono la propria forma")

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