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giovedì 18 marzo 2021

Dialogo tra Bakunin e un MARXista

MARXista: “Certamente, noi vi concediamo che ogni stato è un giogo, ma solo l'esercizio della dittatura del proletariato può creare la libertà del popolo.” 

Bakunin: “A questo noi rispondiamo che tutte le dittature non possono avere altro scopo che quello di durare il più a lungo possibile.” 

MARXista: “Per niente! Questa dittatura sarà temporanea e di breve  durata.” 

Bakunin: “Non è vero! Questa dittatura che voi pretendete transitoria, sfocerà inevitabilmente nella ricostituzione dello Stato, dei privilegi, delle disuguaglianze, di tutte le oppressioni statali, nella ricostituzione di un'aristocrazia governamentale, che ricomincerà a sfruttare ed a sottomettere il popolo, col pretesto del benessere comune o per salvare lo Stato. Invece di lasciare che il proletariato distrugga lo Stato, voi intendete consegnare questo nelle mani dei suoi benefattori, guardiani e professori, i capi del partito comunista.” 

MARXista: “Tale Stato sarà uno Stato proletario.”

Bakunin: “Più il suo despotismo si cela accuratamente sotto le  apparenze d'un ossequiente  rispetto per la volontà della classe operaia, più esso sarà assoluto. O l'uno o l'altro caso: o bisogna distruggere questo Stato, oppure è necessario aprire la strada alla più vile e temibile menzogna ch'abbia  prodotto il nostro secolo: la burocrazia rossa.” 

MARXista: “Una volta al potere, i capi del partito comunista non saranno dei burocrati.” 

Bakunin: “Prendete il rivoluzionario più radicale e sedetelo sul trono di tutte le Russie e in meno di un anno sarà peggiore dello stesso zar.” 

MARXista: “Se ho ben capito, voi negate la necessità di un'avanguardia cosciente? Confidate solo nella spontaneità delle  masse?” 

Bakunin: “No. Per il trionfo della rivoluzione contro la reazione è necessario che in mezzo all'anarchismo popolare, che costituirà la vita stessa e tutta l'energia della rivoluzione, l'unità del pensiero e dell'azione rivoluzionaria trovi un portavoce. Un gruppo più o meno numeroso d'individui ispirati dallo stesso pensiero e tendenti allo stesso scopo, deve esercitare un'azione naturale sulle masse. Ciò che dobbiamo costituire sono gli stati maggiori ben organizzati e   preparati dei capi del movimento popolare.” 

MARXista: “Che! Anche voi parlate di «capi», di «stati maggiori»!” 

Bakunin: “Certamente. Ma la nostra selezione di elementi scelti fra i più intelligenti e influenti, avrà per unico scopo di creare un'organizzazione rivoluzionaria conforme ai nostri principi libertari e mirante a diffonderli. Tutto il segreto della nostra influenza sta in questo. Gli anarchici devono essere come i piloti invisibili nel mezzo della tempesta popolare. Essi devono orientarla non tramite un potere sostensibile, bensì per mezzo d'una dittatura senza etichette, senza titolo ufficiale e, pertanto, più potente, in quanto non avrà nessuna delle apparenze del potere.” 

MARXista: “Ah! Voi usate secondo il vostro tornaconto il termine di  dittatura. Un'azione così organizzata non sarà forse — per usare per un momento il vostro linguaggio libertario — ancora un attentato alla libertà delle masse, un tentativo di creare un nuovo    potere autoritario?”

Bakunin: “Ma no! L'avanguardia cosciente non deve essere né il benefattore né il capodittatoriale del popolo, ma solo l'ostetrico che porge aiuto per la propria autoliberazione. Tutto ciò ch'essa può  fare è propagare fra le masse le idee che corrispondono ai suoi istinti, ma nulla di più. Tutto il resto non deve e non può essere fatto  che dal popolo stesso. Le autorità rivoluzionarie...” 

MARXista: “...Avete detto le autorità rivoluzionarie?” 

Bakunin: “Chiedo scusa per questo termine. Di autorità di questo  genere mi auguro che ce ne siano il meno possibile...” 

MARXista: “Però ammettete che non se ne possa fare a meno. Allora in cosa consiste la differenza fra il vostro anarchismo e il nostro socialismo scientifico?” 

Bakunin: “Le «autorità rivoluzionarie», dico io, devono non già imporre le rivoluzioni alle masse, ma contribuire a provocarle in seno a queste; non sottometterle ad una qual si voglia organizzazione, ma suscitare la loro organizzazione autonoma    dal basso all'alto.” 

MARXista: “Ma per far ciò manca ancora al proletariato l'organizzazione e la scienza. Proprio noi siamo obbligati a supplirvi...” 

Bakunin: “Oh! Certamente. L'Internazionale operaia non potrà diventare uno strumento di piena emancipazione che allorquando avrà fatto penetrare nella coscienza matura di ciascun lavoratore  che ne fa parte, la scienza, la filosofia e la politica del socialismo. E' a questo che dobbiamo adoperarci.” 



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