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giovedì 4 marzo 2021

IL LADRO DELL’ARCOBALENO – Alejandro Jodorowsky

In una degradata città dell'Europa del Nord, il vecchio Rudolph, gaudente e ricchissimo, sprofonda in coma dopo l'ennesima orgia con le prostitute del bordello "Arcobaleno". L'anziano nipote ed erede Meleagre, dedito allo studio dell'Alchimia e dei tarocchi in un rifugio nel sottosuolo, e che parla con un fantoccio che rappresenta il suo cane Chronos, disperso nelle fogne, ha attirato l'attenzione di Dima, un simpatico ladruncolo, che lo serve e lo accudisce sperando in una cospicua donazione. In un Luna Park, dopo la dimostrazione di un insetticida ad opera di un clown, Dima ruba il fonografo al suo assistente nano, e prepara una sontuosa cena nelle fogne suonando una canzone di Edith Piaf, ma Meleagre lo colpisce violentemente. Ricompare il nano, con un amico alto due metri, che rivuole il suo fonografo, ma Dima riesce a scappare. Rientrato nel sottosuolo, Dima trova Meleagre appeso a testa in giù e lo salva. Dall'amica giornalaia Ambrosia apprende che lo zio Rudolph è morto e poi scopre che il vecchio ha lasciato tutto alle prostitute a patto che si occupino dei suoi cani. Meleagre afferma di non curarsi dei soldi, e Dima infuriato decide di prendere il treno che lo porterà alla nave per Singapore. Poiché inizia a piovere a dirotto Dima non volendo lasciare solo Meleagre nel sotterraneo che intanto si sta allagando torna a salvarlo: i due lottano con una furiosa piena, finchè l'anziano Meleagre esausto non affoga, abbandonandosi spontaneamente alla corrente. Cessata la bufera, da un ponte Dima scorge Chronos vivo e vegeto e con l'animale si allontana dalla città.

Il film racconta in forma ermetica - e quindi si  esprime attraverso simboli - l'educazione spirituale di Dima da parte di Meleagre, suo padrone-maestro. Quest'ultimo vive nella sua casa-laboratorio posta all'interno della terra, rappresentazione simbolica che la ricerca dell'oro filosofico a cui l'iniziato tende, cioè la ricerca della vera essenza della  vita e dell'esistenza, deve partire da "dentro", dalla trasformazione della materia impura (il rapporto allegorico con le fogne è evidente). Suo compagno è il cane Chronos (il  Tempo) che seppure morto fisicamente prende vita da Meleagre stesso, divenendo rappresentazione del suo Io Superiore,  capace di indagare nei recessi più nascosti del suo inconscio e porsi contemporaneamente come "maestro  di coscienza". 

Jodorowsky, maestro nella interpretazione dei Tarocchi. Ha realizzato il film come uno specchio. I Tarocchi  sono uno specchio, ma a differenza dei normali specchi, che riflettono solo l'apparenza e la realtà esteriore, i Tarocchi rispecchiano qualcosa di più profondo: la nostra realtà interiore. Fare le carte è più di un gioco, è un'avventura, poiché le  immagini dei Tarocchi rispecchiano realtà che hanno  profonde radici nella nostra psiche; quanto più a lungo si fa esercizio di introspezione, tante più cose si scoprono su noi stessi e sulla nostra vita. Come  funziona uno specchio?  Lo specchio si limita a riflettere la realtà visibile senza giudicarla; esso mostra l'orribile ed il meraviglioso, il piacevole e o spiacevole: non può andare  oltre. Se non ci piacciono le immagini riflesse, possiamo nascondere lo specchio o addirittura romperlo, ma non sarà certo questa azione a modificare il nostro aspetto. Questa criptica allegoria sui tarocchi consiste soprattutto di geniali quanto ossessive riprese, fotografate ottimamente, di ambienti portuali e fognari dove sembra di sentire l'umidità ed il tanfo che tali luoghi emanano. I protagonisti "sguazzano" dal principio alla fine nelle simboliche acque oscure che dovrebbero, trasmutate alchemicamente, dare l'oro: è evidente che mentre il carnale e materialista Dima cerca l'oro di metallo, il suo diafano e misterioso padrone, che dissemina tarocchi al suo passaggio, cerca la pietra filosofale, ossia la saggezza interiore. Il cane, che rappresenta (stando al nome) il tempo e che svanisce nel nulla vorrebbe simboleggiare che durante la ricerca della verità il tempo non conta più nulla. Il clown, il nano ed il gigante; le pietre che costui si coccola; la barchetta ed i bambini; il topino bianco che mendica cibo da Dima; la grassa giornalaia; gli alani di Rudolph in contrapposizione all'unico cane grigio di Meleagre, sono solo un piccolo saggio della quantità di possibili simboli disseminati nel film ai quali è arduo dare un significato particolare. Valide le immagini epiche dell'alluvione dell'ipogeo e spesso straordinari la fotografia ed il colore. La grottesca sequenza della seduzione ad opera di un gruppo di prostitute e l'indole della vicenda motivano la valutazione.



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