1922
22 dicembre - Si riuniscono a Berlino anarco-sindacalisti di 12 paesi. I delegati rappresentano l'Unione Sindacale Italiana (500 000 membri); la Federación Obrera Regional Argentina (200 000); la portoghese Confederacào General de Trabalho (150 000); la germanica Freie Arbeiter Union (120 000); il francese Comité de Défense Syndicaliste Révolutionnaire; la svedese Sveriges Arbetares Central (30 000) e altre organizzazioni minori (Cile, Danimarca, Norvegia, Messico, Olanda). Oltre al Comité, che rappresenta l'ala sinistra della CGTU staccatasi dal Profintern, è presente una delegazione separata inviata da 30 000 lavoratori dell'edilizia di Parigi. Presenti pure i rappresentanti degli anarco-sindacalisti russi in esilio. Il 23 viene ricostituita l'AIT (Associazione Internazionale dei Lavoratori), che fin nel nome indica la volontà di collegarsi con la tendenza bakuniniana della I Internazionale. Questa Internazionale dei Sindacalisti Rivoluzionari approva un lungo documento chiamato I prìncipi del sindacalismo rivoluzionario che in dieci paragrafi riafferma i fondamenti dell'anarco-sindacalismo, respinge nazionalismo, militarismo, parlamentarismo e ogni attività politica nelle istituzioni e ribadisce il fine supremo: il libero comunismo. Il Congresso sancisce la rottura della maggior parte delle organizzazioni anarco-sindacaliste dell'Europa occidentale con l'URSS, ove intanto continua la persecuzione delle restanti, smembrate forze anarchiche. La CNT spagnola entra nella nuova Internazionale nel 1923, portando l'adesione di quasi un milione di membri; aderiranno pure piccole federazioni (Polonia, Bulgaria, Giappone), e nel 1928 l'appena formata Associazione Continentale dei Lavoratori (Argentina, Messico, Brasile, Costa Rica, Paraguay, Bolivia, Guatemala e Uruguay), con sede dapprima a Buenos Aires e successivamente a Montevideo. Al suo culmine, l'AIT conterà più di tre milioni di aderenti, non tutti anarchici convinti (la CNT per esempio fluttuerà in Spagna tra una politica di accordi economici e compromessi contingenti, e una riaffermazione di principi). Le maggiori organizzazioni saranno poi vittime dell'avvento delle dittature: l'Unione Sindacale Italiana è costretta alla clandestinità dalle leggi fasciste e si avvia all'estinzione (come accade all'anarco-sindacalismo in Portogallo e Argentina; da Berlino la direzione dell'AIT, guidata da Rudolf Rocker, si sposta ad Amsterdam nel '32 per sfuggire al nazismo e nel '36 a Madrid). La CNT sarà decimata dalla repressione stalinista durante la guerra civile in Catalogna e nel 1939 dalla vittoria di Franco, e dovrà ricostituirsi in esilio a Tolosa (Francia meridionale). La direzione dell'AIT si sposterà per l'ultima volta a Stoccolma, dove sopravvive con l'ancora attiva Sverige Arbetares Central.
- Muore a Parigi, in circostanze non chiarite ma probabilmente «suicidato» dalla polizia, Philippe Daudet, figlio del famoso scrittore reazionario Léon, il quale sostiene che il delitto è opera degli anarchici. La morte di Philippe (simpatizzante dell'anarchismo) si inquadra nel clima di persecuzione suscitato dal gesto di Germaine Berton, giovane anarchica che aveva ucciso un leader dell'Action Frangaise, Plateau.
1923
27 gennaio - Dopo un anno dalla repressione in Patagonia il movimento anarchico regola i conti col colonnello Varela. Alle 8 del mattino il «boia» esce dalla sua abitazione in via Fitz Roy 2461 a Buenos Aires per recarsi in caserma. Sulla strada c'è solo una bambina. Un uomo alto, biondo, deciso, sbuca dal fondo e raggiunge Varela armato di una bomba. Per non coinvolgere la bambina, l'anarchico la ripara col proprio corpo e lancia la bomba contro Varela. I due uomini cadono a terra entrambi feriti. Varela estrae la sciabola ma l'attentatore lo stende con 5 colpi di Colt. L'anarchico, gravemente ferito alle
gambe, è catturato poco dopo; dichiara alle guardie: «Quello non ucciderà più nessuno. Ho vendicato i miei fratelli». Si chiama Kurt Gustav Wilckens, ha 36 anni, è nato nello Schleswig-Holstein, è emigrato a Buenos Aires ove campa facendo il facchino e donando tutti i suoi miseri risparmi per aiutare i compagni in carcere. Anarchico pacifista, non-violento convinto, è rimasto sconvolto dalla repressione operata da Varela in Patagonia. Precisa che non si tratta di odio personale, ma di un debito verso gli operai massacrati. Da giorni appostava Varela, ma aveva sempre rimandato per non fare del male a passanti innocenti. Condannato all'ergastolo, Wilckens sarà ucciso nel sonno nella sua cella, la notte del 15 giugno 1923, da una fucilata sparatagli da un giovane elegantone e fanatico membro della Lega Patriottica, Jorge Ernesto Pérez Millán Térnperley, che con l'aiuto della psichiatria ufficiale sarà condannato a lieve pena e trasferito in una camera privata dell'Ospicio de las Mercedes. Qui verrà abbattuto il 9 novembre 1925, in circostanze misteriose, probabilmente dalla vendetta individuale anarchica architettata dal biologo russo Germàn Boris Wladimirovic, teorico della violenza, espropriatore di banche, anch'egli ricoverato all'Ospicio de las Mercedes (ove morrà pochi anni dopo) perché colpito da paralisi progressiva alle gambe.
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