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giovedì 27 giugno 2024

L’Anarchia nel XX secolo – Parte XXVI

1923

Settembre - Assassinio dell'anarchico giapponese Sakae Osugi, accusato dalla polizia dell'imperatore di avere provocato un terremoto. Il secondo caso Sacco e Vanzetti giapponese è altrettanto tragico del primo ma anche grottesco. L'anarco-sindacalista Sakae Osugi è un tipico prodotto della cultura occidentale maturata nella crisi attraversata dalla civiltà borghese nella seconda metà dell'Ottocento. Tra le sue letture formative contano le opere di Stirner, Sorel, Bergson e Nietzsche. Osugi ha un notevole seguito tra i lavoratori giapponesi. La Lega sindacale del Giappone aderisce all'Internazionale di Berlino del 1923. Mentre egli è impegnato nel conquistare i sindacati del suo paese alla prassi rivoluzionaria dell'azione diretta, avviene, nello stesso anno 1923, un terremoto. Sakae Osugi viene arrestato come responsabile del terremoto e ammazzato dalla polizia. Con lui muore il marxista Sakai. Migliaia di lavoratori coreani nella zona di Tokio vengono linciati dalla popolazione aizzata dalla polizia. Anche l'esercito fucila diversi dirigenti del movimento operaio giapponese. Il caso umano e politico di Osugi e Sakai ha molti punti di contatto con la macchinazione che nello stesso periodo sta portando alla morte negli Stati Uniti i due italiani Sacco e Vanzetti. Gli anarchici italiani sono accusati di avere ucciso un uomo nel corso di una rapina, Osugi e Sakai addirittura di avere provocato un sisma: in entrambi i casi si è voluto colpire il «diverso», chi era in grado di denunciare il grado di corruzione cui è giunta la società. Sakai e Osugi muoiono in una sede di polizia, senza neppure la finzione del processo che si ha nel caso Sacco e Vanzetti. Se si vuole scoprire un precedente, si può dire che l'anarchico giapponese Osugi muore come l'anarchico  italiano Andrea Salsedo, sacrificato prima di Sacco e Vanzetti sull'altare della civiltà americana. 

13 settembre - Tocca il culmine la repressione della CNT in Spagna: agli arresti, esecuzioni notturne, massacri voluti dalla dittatura militare gli anarchici replicano con attentati, subendo comunque perdite durissime. 

1924 

1 gennaio - Appare il primo numero della rivista "Pensiero e volontà", diretta a Roma da Malatesta. Collaboratori: Camillo Berneri, Luigi  Fabbri, Carlo Frigerio, Carlo Molaschi. Uscirà fino al 1926, quando sarà messa definitivamente a tacere dalle leggi eccezionali che suggellano la dittatura mussoliniana. 

20 febbraio - A Parigi l'anarchico italiano Ernesto Bonomini elimina a revolverate il segretario del fascio parigino e corrispondente del giornale mussoliniano "Popolo d'Italia",  Nicola Bonservizi. 

24 ottobre - Alla Corte d'Assise della Senna Ernesto Bonomini viene condannato a 8 anni di carcere. 

10 novembre - Vengono uccisi, nel patio della Cime Modelo di Barcellona i due militanti della CNT ivi detenuti, Llacer e Montejo, condannati a morte per partecipazione alla rivolta originatasi alla notizia dei fatti di Vera de Bidasoa. Qui, nella notte tra il 6 e il 7 novembre, s'era avuto uno scontro a fuoco tra la Guardia Civil e anarchici rientrati dalla Francia per combattere il direttorio militare. Una guardia era rimasta uccisa. Vista l'inconsistenza delle voci che davano per certo una sollevazione popolare, gli anarchici cercavano di rientrare in Francia, ma la caccia all'uomo provocava loro,  il 7 novembre,  gravi perdite: 2 morti, quattro feriti e 19 prigionieri. La Guardia Civil vuole a tutti i costi, e ottiene, la condanna a morte di tre prigionieri. Pablo Martin, Enrique Gil e Santillàn, che vengono uccisi a Pamplona. 

Dicembre – Il pedagogista antiautoritario Alexander S. Neill affitta una casa nel Dorset, a Lyme Regis, per crearvi una scuola «dalla parte dei bambini». Si chiama Summerhill e si trova in cima a una collina verso Charmouth. Alla scadenza del contratto triennale d'affitto Neill trasferirà la scuola Summerhill  e i 27 allievi a Leiston, nel Suffolk. 

1925 

Un gruppo di sindacalisti che nel loro entusiasmo per la Rivoluzione d'Ottobre avevano aderito al partito comunista, ne sono espulsi o lo lasciano volontariamente e per lottare contro la degenerazione burocratica fondano in Francia  "La révolution prolétarienne"  che all'inizio ha come sottotitolo "rivista sindacalista-comunista".  Le due figure di maggior rilievo sono Pierre Monatte, vecchio sindacalista rivoluzionario francese, e Robert Louzon, anch'egli di formazione libertaria. A questo gruppo si accosterà all'inizio degli anni 30 anche  Simone Weil, giovane filosofa che descriverà in La condizione operaia la sua esperienza di fresatrice nelle officine Renault (durata un anno, dalla fine del 1934). 



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