1950
8-10 dicembre - Ad Ancona, IV congresso nazionale della Federazione anarchica italiana. Passata l'euforia legata alla caduta del fascismo, anche all'interno del movimento anarchico ha inizio un più serio e intenso lavoro di assestamento. Non sipensa più a possibili moti rivoluzionari ma si cerca di indirizzare le forze e le varie iniziative alla precisazione delle idee e dei metodi anarchici e alla formulazione di nuove linee programmatiche, aggiornando, quando risulti necessario, quelle del passato. Hanno intanto abbandonato la FAI, o stanno per abbandonarla, diversi militanti (per lo più giovani) che si dichiarano favorevoli a un'organizzazione più vincolante e strutturata: all'uopo, dopo il congresso di Livorno dell'aprile 1949, si era costituito in quella città un comitato interregionale «per un movimento orientato e federato». Organo del comitato il mensile "L'Impulso", che esce dal settembre del '49. Questi giovani non partecipano al congresso di Ancona, che li dichiara «in tal modo fuori dalla FAI». Anche i gruppi Bologna 1 e Milano 1 hanno affermato, per essere più liberi nel loro lavoro, di non potersi più considerare aderenti alla FAI. Il congresso «auspica che i Gruppi che seguono il periodico "L'Impulso" si convincano che il metodo da essi seguito contrasta con quelli dell'anarchismo conducendoli ad involuzioni autoritarie; e ritornino liberati dalle loro incrostazioni ideologiche marxiste, da anarchici, in seno al movimento della FAI». Il congresso infine si dichiara aperto a tutto il movimento, e non soltanto alle federazioni e gruppi aderenti alla FAI. La norma varrà anche per i congressi successivi. Nel clima della guerra fredda che vede minacciosamente contrapposti blocco occidentale capeggiato dagli Stati Uniti, e blocco orientale capeggiato dall'Unione Sovietica, a chiusura dei lavori il congresso lancia un manifesto al popolo: «La guerra è alle porte. La guerra, comunque venga, sarà lotta tra due imperialismi: il russo e l'americano, ambedue nemici dei popoli. Solo l'azione dei popoli potrà arrestarne il flusso mortale, avviando la costruzione rivoluzionaria di una società in cui non vi siano più né padroni, né generali, né politici, né preti, ma solo lavoratori liberamente all'opera per il bene comune: la società senza Stato, l'Anarchia».
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