L’uomo è la natura che prende coscienza di se stessa. Ma cos’è la natura? La natura è quell’unità meravigliosa che presiede tutte le cose, le cui leggi esprimono una grande semplicità. Essa è un’immensa sintesi che si presenta a noi in tutta la sua infinità e non pezzo per pezzo. Ciò significa, anarchicamente, che è veramente sintetica quando è veramente infinita, cioè diversificata. Perciò se la sua universalità si coglie nella “completezza” (non può essere presa pezzo per pezzo), la sua infinità si rivela nella complessità, nel senso che la diversità è la condizione dell’unità; un’unità che deriva dal fatto che la Terra e l’umanità presentano un’eguale, intrinseca regola, quella, appunto, dell’unità nella diversità: e questa la sintesi anarchica. Nella società, come nella natura , perché vi sia vera coesione vi deve essere libertà, differenza, autonomia, specificità. L’uomo deve appropriarsi delle leggi naturali attraverso la conoscenza scientifica, con l’osservazione della natura controllata dall’esperienza e guidata da ipotesi in ipotesi. Questa conoscenza gli permette di scoprire qual è il nesso che unisce il tutto attraverso l’infinità diversità. Segreto che dà la possibilità di scoprire il modo di vivere la propria vita, adeguandola ai ritmi naturali. Sempre, beninteso, se l’uomo vuole preservare un’organica armonia con la natura perché solo così può esservi una vera società, come del resto, un’autentica armonia naturale non potrà che essere il risultato di una giusta comunità umana. Si tratta, insomma, di conciliare la storia con la natura, fondendone l’una nell’altra.
In conclusione la comunità deve apprendere da se stessa come adattarsi sempre più alle condizioni intime dell’ambiente.
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