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giovedì 2 gennaio 2014

Il Comunismo libertario di Carlo Cafiero

Nel 1880 si tiene a la Chaux de Fonds (Svizzera) un congresso della Federazione del Giura, la quale, dopo la scissione dell’Aia (1872) fra autoritari e antiautoritari, è divenuta la portavoce riconosciuta del socialismo libertario, secondo la linea espressa da Bakunin.
Nella relazione tenuta da Cafiero si afferma:
… Anarchia, oggi vuol dire l’attacco, la guerra ad ogni autorità, ad ogni potere, ad ogni Stato. Nella società futura l’anarchia sarà difesa, l’impedimento innalzato contro la restaurazione di ogni autorità, potere e Stato: piena ed intera libertà dell’individuo che, liberamente e spinto soltanto dai suoi bisogni, gusti e simpatie, si unisce ad altri individui nel gruppo o nell’associazione; libero sviluppo dell’associazione che si collega in federazione con altre nella comune o nel quartiere; libero sviluppo delle comuni che si federano nella regione e così via; le regioni nella nazione; le nazioni nell’umanità. Il comunismo, cioè la questione che ci interessa in modo particolare, rappresenta il secondo puinto del nostro ideale rivoluzionario. Esso è attualmente ancora l’attacco; non è la distruzione dell’autorità, ma è la presa di possesso, a nome di tutta l’umanità, della ricchezza esistente nel globo. Bisogna sottolineare, soprattutto nei confronti dei nostri avversari, i comunisti autoritari o statalisti, che la presa di possesso e il godimento di tutta la ricchezza esistente spettano al popolo stesso. Niente intermediari o rappresentanti che finiscono sempre col rappresentare solo se stessi, no ai moderatori dell’eguaglianza e tanto più ai moderatori della libertà, no ad un nuovo governo e ad un nuovo Stato, sia che si dica popolare o democratico, rivoluzionario o provvisorio. In effetti, la minima idea di un limite qualsiasi contiene già in sé i germi dell’autoritarismo. Non potrebbe manifestarsi senza comportare immediatamente la legge, il giudice, il gendarme …”  

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