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giovedì 16 gennaio 2014

Il rifiuto del ruolo

Quando io canto, parlo, rido, piango, corro, salto, chi mi ascolta o mi guarda mette in moto il suo meccanismo conoscitivo e registra tutti i dati che io gli fornisco per formarsi un’idea di me stesso da inserire nel suo schedario di idee delle persone: è presente quindi nella sua mente una copia di me non speculare ma variata secondo i metri di giudizio propri di ogni individuo …
Ogni volta che io compirò un gesto qualsiasi o emetterò un suono, ogni persona confronterà questo elemento con la sua idea di me cercando un riscontro, una conferma della stessa …
È chiaro quindi inserendosi nella logica reazionaria ed anti-libertaria dello schedario, che io dovrò comportarmi sempre in modo conforme al modello che avevo originariamente preposto di me per non tradire l’IDEA …
L’unica forza, l’unica possibilità che mi resta per sottrarmi alla codificazione della mia persona è la NEGAZIONE …
La continua e perpetua negazione del mio ruolo della mia immagine, ha il potere di sconvolgere il catalogo mentale in cui sono anch’io inserito …
Il DEVIARE continuamente dagli schemi che mi vengono imposti dagli altri mi permette di rompere il circolo vizioso 
SCHEMA -> RUOLO -> SCHEMA -> RUOLO
e di liberare ed affermare me stesso a danno del catalogo espressione fascista della normalità borghese.

(Tratto da NEGAZIONE, numero zero, Roma Aprile 1976)  

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