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giovedì 18 febbraio 2016

Lo Stato, il privato e la TAV

L’incompatibilità assoluta del capitalismo nella sua fase attuale e del sistema professionalizzato dei partiti con le forme borghesi democratiche di prima è parecchio evidente, dato che all’interno di istituzioni verticali nelle mani di partiti che funzionano come imprese è semplicemente impossibile che un interesse di classe possa essere presentato come generale, ovvero che riesca a separarsi anche solo di un minimo dagli interessi privati. Nelle società di massa degradate manca l’elemento unificatore, la paura del nemico di classe e al suo posto troviamo il bottino rappresentato dai fondi pubblici, motivo per cui si crea una gerarchia di interessi particolari in cui predominano senza alcun ostacolo le oligarchie economiche, che formano assieme alla casta politica di qualunque livello una specie di associazione mafiosa. In realtà l’interesse della classe dominante è una giustapposizione di interessi diversi privi di un denominatore comune, che provengono sia dall’impresa privata sia dalla burocrazia partitica. La partitocrazia è il tipo di parlamentarismo tipico della globalizzazione, in cui la casta politica ha occupato tutti gli organismi istituzionali e si è impadronita dell’intero erario pubblico e di tutte le risorse statali, dilapidandole in accordo con gli interessi del partito, della corrente, del gruppo o del clan che le gestisce. La corruzione non è necessaria: delle leggi create ad hoc per fare in modo limpido il lavoro che prima facevano bustarelle, borse e valigie piene di denaro in biglietti. Il privato ha invaso il pubblico a tal punto che qualsiasi piano “nazionale” non riflette una politica di Stato nel senso proprio del termine bensì un progetto arbitrario di investimenti il cui beneficiario esclusivo è la lobby corrispondente. Da qui deriva la segretezza delle operazioni e il disprezzo per l’opinione delle persone coinvolte. Per quanto riguarda le infrastrutture, la ricchezza in effetti viene accaparrata dalle imprese costruttrici, la lobby di “cemento, mattone e sabbia”. Lo Stato si incarica semplicemente di coprire gli sprechi sottraendo il denaro da altre parti oppure direttamente attraverso l’aumento delle tasse. Le conseguenze economiche sono sempre disastrose, tuttavia la falsa corrispondenza tra la prosperità e l’abbondanza delle infrastrutture è penetrata a fondo nella coscienza dei cittadini sudditi. La popolarità dell’Alta Velocità, scommessa irragionevole per il trasporto elitario dei passeggeri, è un esempio vivente di come questo mito persiste. La realtà invece è esattamente l’opposto.

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