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giovedì 7 dicembre 2017

Quarant’anni fa … il ’77 (capitolo XXXV)

Bologna, Convegno Internazionale contro la Repressione.

La preparazione.
Documento di Radio Alice per la commissione sulle comunicazioni di massa
1) Al convegno di Bologna verrà allestita una sezione di discussione sui problemi dell'informazione, della comunicazione e della scrittura. La commissione che curerà l'organizzazione di questa sezione non si è ancora riunita formalmente, anche se i compagni che di fatto la compongono hanno discusso a lungo tra di loro. 
2) Con questo intervento apriamo la discussione con l'intenzione di accentrare l'attenzione su tutte le implicazioni di questo discorso intorno a questi problemi e sul significato politico dell'informazione. In questo campo nevralgico della lotta di classe il rosso vince sull'esperto perché è capace di trasformare.
3) Il convegno è una occasione eccezionale di confronto teorico e pratico per tutti i compagni delle radio, dei fogli locali e per i compagni stranieri; può essere anche l'occasione per impostare sul piano operativo un salto nel modo di fare informazione nel movimento e per il movimento.
Comunicazioni più precise sull'organizzazione pratica di questa sezione verranno fornite in tempo utile prima dell'inizio del convegno di Bologna. Produzione e riproduzione del capitale, fabbrica e società: l'informazione contro la vita, per la valorizzazione del capitale, per la riproduzione conservazione della forza lavoro.
La vita ridotta a forza lavoro; consumo di forza lavoro nel processo produttivo, produzione di forza lavoro nella società. Due campi, dunque. Lo stesso Signore: il capitale.
L'informazione produce, crea il tempo omologo al capitale. Informatica: scienza, funzione della produzione, programma controllo. Si parte da un punto: il processo produttivo, oggettività dell'universo della produzione, le macchine, il tempo, l'uomo nella macchina, si configura una società necessaria, oggettiva. Lì c'è l'informatica: nella produzione e nella società per la produzione. D. M. D. I calcolatori: la fabbrica e il ministero degli interni. Bit, bit... Non basta.
La notizia: l'alea, il caos universale del reale costretto, brutalmente, sulla superficie bidimensionale della carta, negli impulsi elettrici che riproducono la voce e l'immagine: simbolico e immaginario, sovrapposti intrecciati, nel grande spettacolo celebrazione dell'esistenza. Funzione del consenso. Il grande silenzio delle comunicazioni di massa.
Il reale al capitale, l'immaginario alle masse e il simbolico piegato agli interessi di dominio (consenso) nella macchina che produce il grande spettacolo. Chi controlla il reale ha il potere, ma chi ha il potere produce il reale.
Una lacerazione: marzo Radio Alice. Non è una celebrazione: sul corpo del potere è rimasta una leggera cicatrice. A noi un briciolo di coscienza: I'informazione è potere, non registra, produce reale.
L'informazione circola nel capitale, le multinazionali, le cancellerie di stato, le polizie: comunicazione nel capitale. Fuori del capitale, nella società il silenzio delle comunicazioni di massa, i riti politici, non la politica, non le decisioni, ma l'ideologia.
Il programma del capitale: comunicazione al proprio interno, neutralizzazione della comunicazione al proprio esterno comprimere i rapporti comunicativi. La tattica: stornare i rapporti comunicativi dai loro oggetti, il desiderio, il potere, la verità. Foucault insegna qualcosa. La comunicazione è sovversiva: il potere lo sa Catalanotti, è politico.
Il nostro programma: la sovversione, il suo mezzo: la comunicazione, il suo contenuto: l'informazione.
1975 76: le radio, in Italia. Marzo 1977: Radio Alice, una rivelazione. Finito. Abbiamo appena cominciato.
Continuiamo: « più avanti. Come nomadi, in apparenza. In verità spinti dall'inquietudine di trovare un luogo degno di viverci e di morirci ». (R. Musil).
Continuiamo, spinti dall'inquietudine, come nomadi. 
Non può essere altrimenti.
Una agenzia di stampa? Pensiamoci, subito!
Agenzia di stampa non rende conto dell'idea, non chiarisce il progetto. 
Il linguaggio è contaminato, invischiato col potere, dire Agenzia di Stampa o più propriamente, forse, Agenzia di Informazione è subito implicare l'universo giuridico, il luogo della Legge (la Scrittura) quel luogo in cui la società si rappresenta in Forma che contiene il reale, lo fissa, lo plasma, lo esclude quando è fastidioso, lo sopprime quando è incontenibile. In quell'universo c'è uno spazio per queste due parole: Agenzia d'Informazione: E' spazio illusorio e reale. Illusorio come spazio di regolamentazione del progetto: problema della professionalità, di individuazione limitazione dei soggetti della iniziativa (società giuridica ecc.):
tutto questo è un problema di movimento, contenuto politico del progetto. Non è il diritto a decidere lo statuto di chi è nell'agenzia, di chi trasmette le informazioni e di chi le riceve, a decidere criteri di obiettività e di verità, è il progetto politico del movimento. Questo e chiaro. Tuttavia il luogo del diritto è luogo reale: là si rappresentano dei rapporti di forza, nelle aule silenziose della giustizia la politica è sovrana, il diritto sanzione formale dei rapporti di forza, semplice copertura delle difficoltà e delle contraddizioni del potere.
Dunque, agenzia di informazione nel movimento e per il movimento. Agenzia nazionale e internazionale. Con una metafora figurativa: il nodo di una raggiera, i cui raggi alle estremità si curvano e si intrecciano l'un l'altro. Con un'altra metafora, politica questa volta: lo strumento per il bollettino di guerra della transizione, lo strumento per la diffusione di un sapere (informazioni) del capitale che vive separato dal movimento nelle riviste dei padroni, nelle veline delle multinazionali, nel controllo dei mercati nel monopolio delle materie prime, nelle scelte dei Rockefeller e degli Agnelli (Carter esecutore), e soprattutto, o anche, nei mille episodi di resistenza della forza lavoro a piegarsi come capitale nel processo di valorizzazione. Un progetto ambizioso, appena accennato. Protagonista il movimento tutto nella fase della transizione.
L'informazione come valore d'uso nel processo di liberazione.
L'informazione come moltiplicatore delle pratiche sovversive, l'informazione come produzione di rapporti di comunicazione tra settori di classe (ancora la classe, ma senza enfasi, né certezze) che resistono dissentono, si oppongono, trasgrediscono alle norme di dominio che la costituzione formale santifica e che la costituzione materiale (sistema dei partiti uscito dalla resistenza) rende esecutive. Contro la repressione in questo senso.
Scrivere e comunicare: questo è il programma. Scrittura come testo minore della sovversione, come incisione nella realtà delle pratiche trasformative, come emersione dalla clandestinità di queste pratiche molecolari: comunicazione, appunto.
Comunicazione cioè organizzazione.



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