Non c'è commentatore della Scuola che non sia d'accordo sul fatto che, tradizionalmente, a questa istituzione sia stata assegnata una funzione di omogenizzazione sociale e culturale nello Stato moderno: moralizzare e civilizzare le classi pericolose e i popoli barbari. Diffondere i principi e i valori della "nostra" cultura; è questo il suo incarico. Ma anche qualcosa altro e più precisamente: diffondere una determinata selezione e ri-trascrizione dei materiali culturali disponibili - di per se eterogenei, ambivalenti, contraddittori. La cultura non è un tutto uniforme, compatto, indipendente dalle relazioni sociali e politiche, che deve essere "trasferito" in quanto conoscenza, nella coscienza dei giovani; al contrario, è un insieme impari, eteroclito, polimorfo e problematico di formulazioni molto spesso antagoniste che, sovrapponendosi, specificandosi, contaminandosi, sezionandosi, emergono e circolano dentro ordini sociali diversi e che di frequente si scontrano. La Scuola seleziona tra questi materiali, tra queste molteplici elaborazioni culturali, quelle componenti, di solito vincolate alle classi privilegiate, dominanti a livello economico e politico, che possono essere maggiormente utili al suo compito di favorire un integrazione non conflittuale della gioventù nell'ordine socio-politico vigente. Quella che circola nelle aule e impregna le menti degli studenti non è la Cultura, ma il risultato di una selezione, di una discriminazione, di un'inclusione e di un'esclusione e, ancor più, di una successiva rielaborazione pedagogica fino a una deformazione operata sul crogiolo variopinto delle conoscenze, delle esperienze e delle idee di un'epoca. Il criterio di questa selezione, di questa trasformazione della materia prima culturale in discorso scolastico, non è altro che quello di favorire l'adattamento della gioventù alle ingiunzioni dell'apparato produttivo e politico stabilito; cosa che esige la loro omogenizzazione psicologica e culturale.
La scuola tende a stroncare, smantellare, delegittimare e sgomberare come, ad esempio, quello del popolo gitano, o del sottoproletariato delle città, o quello che deve fronteggiare a causa dell'immigrazione mussulmana. Quindi la funzione principale del sistema di insegnamento è quella di imporre la legittimità di una determinata cultura e implicitamente di dichiarare il resto delle culture illegittime, inferiori, artificiali, indegne. Perciò il rispetto della "differenza culturale" è solo un postulato demagogico che nasconde lo sterminio dell'alterità ed l'uniformizzazione psichico-culturale delle popolazioni.
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