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giovedì 4 ottobre 2018

LA VALLÈE di Barbet Schroeder

«Il cervello umano è come una mappa dell’Africa, in gran parte inesplorato, ed è in questi luoghi vuoti [della mappa] che le più alte funzioni della ragione e della creatività si svolgono». 

Una commerciante di artigianato, mentre sta contrattando presso un venditore locale alcune piume rare di uccello preso nelle foreste vergini della Nuova Guinea, si imbatte in una gruppo di hippie che la convince ad intraprendere un viaggio avventuroso alla ricerca di se stessi e di una valle fantasmagorica che si dice non sia mai stata esplorata dall'uomo bianco. Lasciata la jeep, poi pure i cavalli, rifocillati presso una accogliente tribù di selvaggi locali che sacrificano il loro bestiame migliore per i loro ospiti, il gruppo intraprende un difficile e faticoso ultimo sforzo per raggiungere l'Eden promesso, affrontando a mente aperta e libera situazioni e stati d'animo che li coinvolgeranno nel difficile tragitto, senza tuttavia riuscire a rinunciare completamente ad irremovibili sentimenti tipici della società moderna che essi vogliono lasciare: amore libero va bene, ma poi la gelosia li prende e
ne limita a teoria le enunciazioni alla base del loro nuovo indirizzo di vita.,Barbet Schroeder negli anni sessanta aveva esordito nel cinema dirigendo un film che ebbe grande successo, More, anche per la colonna sonora realizzata dai Pink Floyd. Qualche anno dopo il regista e il gruppo rock incrociarono nuovamente le proprie strade con un film che racconta la fuga di alcuni occidentali alla ricerca di un luogo mitico dove si vive lontani da condizionamenti e dalle regole imposti dalla società dei consumi. Il film è interpretato da Bulle Ogier, una delle attrici più amate dai registi della Nouvelle Vague francese, che di Schoreder era moglie. La colonna sonora fu poi raccolta dai Pink Floyd in un loro album, Obscure by
Clouds, che fa esplicito riferimento alla storia raccontata nel film. Le riprese furono realizzate in Nuova Guinea, coinvolgendo anche una tribù locale che viveva in modo primitivo, e la lavorazione del film fu per questo molto complessa e attraversata da mille difficoltà. Un film tutto incentrato sul tema del viaggio e del rifiuto di tutti i valori proposti dalla società dei consumi: la protagonista, infatti, inizia la sua avventura cercando piume esotiche da vendere nel suo negozio parigino per poi abbandonarsi
completamente al sogno di una vita libera dai condizionamenti della modernità e del consumismo. Il film è stato scritto da Schroeder assieme a Paul Geagaulf, attore e sceneggiatore per molti registi della Nouvelle Vague, morto per le ferite di coltello che la moglie gli ha inferito il giorno di Natale del 1983. 

Nel 1971, anno delle riprese del film, l’epopea hippy volge al termine, il Vietnam sta spazzando via una generazione intera, mentre il ’68 non ha appagato quel desiderio di rivoluzione che si riproporrà, con accresciuta crudezza, verso la fine degli anni ’70. E’ in questo contesto che molti hippie superstiti, un po’ ovunque in Europa e Usa, scelgono di abbandonare l’Occidente per andare in tutto il mondo alla ricerca di mete sperdute – e spesso improbabili – elette a paradisi iniziatici. «La Vallée» non è solo il racconto di questa fuga; è un autentico viaggio-ricerca personale dello stesso regista che, pur lucido e disincantato, ripropone ugualmente e con più forza i temi della liberazione sessuale, dell’uso rituale delle droghe come espansione della coscienza.

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