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giovedì 4 ottobre 2018

Il '68 ... CONTESSA di Paolo Pietrangeli (capitolo XL)


“Che roba Contessa, 
all'industria di Aldo 
han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti; 
volevano avere i salari aumentati, 
gridavano, pensi, di esser sfruttati. 
E quando è arrivata la polizia 
quei pazzi straccioni han gridato più forte, 
di sangue han sporcato il cortile e le porte, 
chissà quanto tempo ci vorrà per pulire...". 
Compagni, dai campi e dalle officine prendete la falce, 
portate il martello, 
scendete giù in piazza, picchiate con quello, 
scendete giù in piazza, affossate il sistema. 
Voi gente per bene che pace cercate, 
la pace per far quello che voi volete, 
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra, 
vogliamo vedervi finir sotto terra, 
ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato, 
nessuno più al mondo deve essere sfruttato. 
"Sapesse, mia cara che cosa mi ha detto
un caro parente, dell'occupazione 
che quella gentaglia rinchiusa lì dentro 
di libero amore faceva professione... 
Del resto, mia cara, di che si stupisce? 
anche l'operaio vuole il figlio dottore 
e pensi che ambiente che può venir fuori: 
non c'è più morale, contessa..." 
Se il vento fischiava ora fischia più forte 
le idee di rivolta non sono mai morte; 
se c'è chi lo afferma non state a sentire, 
è uno che vuole soltanto tradire; 
se c'è chi lo afferma sputategli addosso, 
la bandiera rossa ha gettato in un fosso. 
Voi gente per bene che pace cercate, 
la pace per far quello che voi volete, 
ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra, 
vogliamo vedervi finir sotto terra, 
ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato, 
nessuno più al mondo deve essere sfruttato.

Scritta in occasione della prima occupazione studentesca dell'università a Roma, in seguito all'assassinio da parte fascista di Paolo Rossi, la canzone divenne tra le più eseguite durante il Maggio del '68.
(Contessa è uno dei canti del movimento che si cantava in corteo. Non fosse che per la parola "sistema", la canzone di Pietrangeli pareva mimare nella forma il canto rivoluzionario, anarchico della tradizione ottocentesca.) 


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