Se il nazionalismo è regressivo, quale alternativa razionale e umanistica può offrire il socialismo etico? In una società libera non c'è posto per gli Stati-nazione sia come nazioni come Stati. Per quanto possa essere forte lo slancio di un popolo verso una identità collettiva, la ragione e l'attenzione al comportamento etico ci obbligano a recuperare l'universalità della città o del villaggio e una cultura politica direttamente democratica, anche se su un piano più alto rispetto alla polis della Atene di Pericle. L'Identità deve essere sostituita dalla Comunità - grazie ad una familiarità condivisa su scala umana: non gerarchica, libertaria e aperta a tutti a prescindere da genere, tratti etnici, identità sessuale, talenti o inclinazioni personali. Questa vita comunitaria può essere realizzata solo con una nuova politica di municipalismo libertario: la democratizzazione dei municipi in modo che siano auto-gestiti dalle persone che li abitano, oltre alla formazione di una confederazione di questi comuni per costituire un contropotere allo Stato-nazione.
Il pericolo che le municipalità democratizzate, in una società decentralizzata, sviluppino tratti di campanilismo economico e culturale è molto reale e può essere evitato solo da una forte confederazione di municipi finalizzata alla loro interdipendenza materiale. Una confederazione pienamente democratica in cui i delegati municipali nelle istituzioni confederali siano assoggettati alla ricusazione, alla rotazione e a un efficace controllo pubblico, costituirebbe un'ampliamento delle libertà locali a livello regionale, consentendo il delicato equilibrio tra i locale e il regionale, in cui la varietà culturale delle municipalità potrebbe prosperare senza rinchiudersi in un localismo esclusivo. In effetti, i benefici culturali saranno condivisi anche all'interno e tra le varie confederazioni, insieme con lo scambio di quei beni e servizi che rappresentano i mezzi materiali di sopravvivenza.
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