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giovedì 7 novembre 2019

LIQUID SKY di Slava Tsukerman

La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.” (Arthur Schopenhauer)
Un disco volante plana su Manhattan e va a posarsi tra i grattacieli, giusto in un ottimo punto di osservazione e, cioè, davanti all'appartamento dove vivono due ragazze, Margaret e Adrian. Le due, che sono amanti e cocainomani, passano la gran parte del loro tempo con un gruppo di "punk", da un una discoteca all'altra, da un eccesso all'altro, L'alieno ha scelto il loro alloggio (che sa di droga a miglia di distanza), perché si nutre di oppiacei e, in particolare, di una sostanza prodotta dal cervello umano durante l'orgasmo, in una molecola avente le medesime caratteristiche cliniche. Ogni volta che Margaret ha un rapporto, nel momento fatale non solo l'alieno si appropria di tale molecola, prodotta dall'uomo, ma immediatamente uccide e fa sparire lo sfortunato amatore. La ragazza è terrorizzata dall'accaduto (i cadaveri cominciano a prodursi e poi a sparire di colpo) e si considera ormai come una
"portatrice di morte mediante il sesso". In un appartamento non lontano si è intanto installato Johan Hoffman, un ufologo tedesco che, munito di un potente cannocchiale, trova nella tragica realtà dei fatti pieno riscontro alle proprie teorie. Dopo uno degli abituali festini in casa di Margaret, durante il quale essa offre le proprie prestazioni a Jimmy (un efebico fotomodello, suo rivale nel mestiere) e che muore dissolvendosi anche lui all'improvviso, l'ufologo si precipita in casa della ragazza, per avvertirla che anche lei corre un grave pericolo. Ma Margaret si rifiuta di accettare la spiegazione dello scienziato e lo uccide; poi, vedendo che il disco volante si appresta a ripartire, supplica lo sconosciuto alieno di essere cancellata anche lei dallo squallido mondo di cui è prigioniera. Si droga una ennesima volta e poi sparisce nel raggio di vivida luce con cui l'alieno possiede il suo corpo.
Girato nel 1982 e diretto da Slava Tsukerman, regista russo stabilitosi a New York dopo la fuga dall'Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. Film di fantascienza punk, ma che parla di droga (nello slang americano con il termine Liquid Sky si intende l'eroina). Un film strano, duro di forte impatto sia di contenuti che di estetica; colori psichedelici e look in pieno stile new wave e post punk. Di fondo è una storia triste, fatta di disillusione e  malinconia. Una ragazza arrivata a Manhattan dal Connecticut, una ragazza piena di speranze che si ritroverà invece violentata da una città che si serve di lei, che le toglie tutta la sua genuinità, sommersa da persone che la sfruttano e basta e che la trattano come un fenomeno da baraccone. 
Prodotto a basso costo scritto dal misconosciuto regista russo Slava Tsukerman in collaborazione con l'attrice Anne
Carlisle, Liquid Sky è un tripudio alienante di luci psichedeliche e insegne al neon che riesce a cristallizzare lo spirito degli anni '80 sia nei suoi aspetti più superficiali e modaioli che nelle più profonde implicazioni sociologiche. Ne deriva l'impietoso ritratto di una generazione devastata a livello fisico e psicologico dall'invasione delle droghe pesanti. 

Un film visionario che nasconde, sotto un insieme di brillanti scenografie ed esplosivi giochi di colore ad effetto ipnotico, la difficile condizioni di una donna che aspira all’emancipazione. Sogno che, nemmeno sotto l’ombra della celebre Statua della Libertà americana, riesce a trovare attuazione.
Il film guarda alla rivoluzione a stelle e strisce, scaturita da un’emancipazione che si è poi dimostrata essere illusoria, falsamente liberatoria: quella di gay, lesbiche, bisessuali tutti, ovviamente e per giunta, cocainomani all’ultimo stadio. Ogni valore “tradizionale” viene nel film scardinato alla base. Perché -sotto metafora, in allegoria- la navicella spaziale rappresenta il senso di colpa, il rigido (pre)giudizio, che agisce come deux ex machina, che tutto vede e che pone indispensabile fine alla degenerazione. Chi si intrattiene con una ragazza libera e indipendente non può avere che un solo destino: la morte. Malattie veneree? Una velata allusione agli effetti del libero amore? O, forse, una impressionante premonizione sull’imminente entrata in scena (solo l’anno successivo, il 1983) dell’Aids?
C'è sempre una moltitudine di fattori che contribuiscono al successo di un film, ma vorrei sottolineare il periodo in cui Liquid Sky era fatto. Descrivo scherzosamente questo momento della storia come un momento in cui ogni casalinga sognava di diventare un punk. Non solo il nostro pubblico era ricettivo all'idea di una storia punk di Cenerentola, ma anche il mito dell'UFO era letteralmente in aria, perché i primi film di Spielberg erano appena usciti. Potrebbe essere immodesto da parte mia dire questo, ma credo, nella maggior parte dei casi, che un regista professionista sappia cosa sta facendo e possa prevedere i risultati dall'inizio. Quello che volevo fare era una parabola metaforica che includesse i principali miti della cultura di massa dei primi anni '80: sesso, droga, rock and roll e alieni. Come diceva il mio insegnante Lev Kuleshov, "Una scimmia cattura le mosche dall'aria". E queste idee erano, in effetti, nell'aria.” (Slava Tsukerman) 

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