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giovedì 28 novembre 2019

Sèbastien Faure

Nasce il 6 gennaio del 1858 in una ricca famiglia cattolica e viene educato dai gesuiti dapprima a Saint-Etienne e poi, nel 1874, all’età di sedici anni, a Clermont-Ferrand. Dopo diciassette mesi e prima di pronunciare i voti una grave malattia del padre lo riporta alla vita civile. Lascia il collegio e l’ordine religioso per assumersi la responsabilità della famiglia a seguito della morte del padre. Inizia a lavorare in una compagnia di assicurazioni e a contatto con la vita e i problemi quotidiani dell’esistenza civile, Faure comincia a interessarsi a numerosi problemi di ordine filosofico, politico e scientifico aprendo la mente a nuovi e affascinanti orizzonti. Dopo una altrettanto deludente esperienza militare, e alla fine di un soggiorno in Inghilterra, egli è ormai pronto per iniziare la sua straordinaria vita di militante e di rivoluzionario. Il vero scopo e l’unico interesse del giovane Faure diventa ora l’attività politico-sociale e dopo aver brevemente aderito al partito «Guesdiste» passa nelle file del movimento anarchico. In questo periodo rompe con la propria famiglia e si separa dalla moglie che non riesce a tollerare un simile cambiamento.
Nel 1888 si trasferisce a Parigi dove approfondisce la sua conoscenza dell’anarchismo attraverso la lettura, in particolare, dei testi di Elisée Reclus e Pëtr Kropotkin e con la frequentazione dei circoli e dei militanti dell’anarchismo francese. Dotato di una capacità oratoria poco comune, per non dire straordinaria, gira la Francia intera per diffondere il pensiero anarchico rivolgendo le sue critiche particolarmente alla lotta contro lo Stato, il capitalismo e soprattutto la religione. I titoli delle sue conferenze hanno spesso un significato provocatorio: Dodici prove dell’inesistenza di dio, Il fallimento del cristianesimo, La dittatura della borghesia, Né comandare né obbedire, La putredine parlamentare, ecc.
I suoi debutti sono alquanto difficili ma il pubblico presente alle manifestazioni, che lo vedono protagonista e oratore principale, si allarga sempre più tanto che vengono organizzate delle vere e proprie tournées che ottengono clamorosi successi di partecipazione tanto da diventare eventi di grande risonanza e non solo locale. I testi delle sue conferenze diventano opuscoli di propaganda ampiamente diffusi e divulgati. Con la sua azione egli convince e avvicina agli ideali dell’anarchismo numerosi uomini e donne e si conquista il rispetto e l’ammirazione di molti avversari. Naturalmente non mancano le attenzioni della polizia che perquisisce più volte le sue abitazioni, mandandolo in prigione. Particolarmente nota per la vasta eco ottenuta è il giro di conferenze che Faure compie assieme a Louise Michel.
Nel 1894 viene incriminato nel «processo dei Trenta». Nel 1895 fonda con la Michel il periodico settimanale «Le Libertaire» e per primo utilizza questo termine per definire gli anarchici. A partire dal 1898 si dedica quasi totalmente alla difesa del capitano ebreo Dreyfus e alla campagna in difesa che ne consegue. Dopo aver fondato altri fogli anarchici in varie parti della Francia aderisce, nei primi anni del ventesimo secolo alle tesi neo-malthusiane. Ma a  partire dal 1903 egli dedica tutta la sua vita, le sue energie e i suoi sforzi a realizzare un progetto a cui tiene particolarmente: educare i ragazzi secondo principi libertari. Fonda infatti «La Ruche», che sarà attiva dal 1904 al 1917 fino a quando i contraccolpi della prima guerra mondiale non metteranno fine a questa straordinaria esperienza. Durante il periodo bellico egli si impegna attivamente a sostenere le idee pacifiste e antimilitariste. Dal 1926 al 1934 dà alla luce l’unico esempio di Enciclopedia anarchica con la collaborazione di numerosi studiosi e militanti. Durante l’epopea tragica ed esaltante della rivoluzione spagnola la sua tarda età non gli impedisce di portare la sua attiva solidarietà ai combattenti per la rivoluzione sociale della CNT-FAI. Si spegne a Royan il 14 luglio del 1942.

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