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giovedì 15 luglio 2021

PALCOSCENICO MONDIALE - Kurt Tucholsky

   


          "Qualcosa   bussa e ribussa, impazientemente, alla nostra porta. 

               Bisognerà pur aprire un giorno o l'altro... Molti si rintanano. 

          Non solo i vigliacchi — no, anche La gente troppo calma o troppo fine. 

 Costoro  non vogliono immischiarsene. Ma li si immischia; sono trascinati di 

   continuo dalla corrente; i paraocchi non servono a niente. Persino la lingua 

   fallisce pietosamente, questa lingua ereditata dal vecchio mondo, con i suoi 

      vecchi fioretti, le sue immagini balorde, i suoi ornamenti di un'altra èra. 

      Nulla corrisponde più, le antiche parole cadono su se stesse perché non si 

 aggrappano più  a niente di ciò che è nuovo. Sono altezze che nessuno scherzo, 

       nessun motto di spirito, nessun precetto di saggezza riesce a raggiungere. 

                          L'età borghese se ne va. Ciò che viene, nessuno lo sa. 

        Molti ne  hanno l'oscuro presentimento, e vengono scherniti per questo. 

Le masse oscuramente lo avvertono, incapaci di esprimersi e (ancora) soffocate. 

         Ciò che si vede scontrarsi mollemente, mostrare i denti da una parte e 

  dall'altra, poi  gettarsi ciecamente sull'avversario — infondo infondo, sono 

 l'Antico e il Nuovo, è l'irreconciliabile opposizione tra ciò che è e ciò che sarà. 

                                          Un maremoto  s'infrange sulla terra. 

                                     Non è unicamente di  natura economica, 

          non si tratta soltanto di mangiare, di bere e di guadagnare dei soldi. 

                   Non si tratta solamente di sapere come verranno distribuiti 

            i beni economici della terra, chi deve lavorare e chi deve sfruttare. 

                                         No, ciò che è in gioco è altro: tutto." 

(Kurt Tucholsky (1890-1935) – pubblicista e romanziere notissimo in ambito tedesco, poeta e cabarettista raffinato, nonché pacifista militante – rappresenta il simbolo di quell’“altra Germania”, che già negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale ha denunciato i segni premonitori della deriva autoritaria e militarista della società tedesca. Le contraddizioni allora da lui rilevate costituiscono ancora per noi “futuri lettori” un fertile e attualissimo banco di prova.)


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