Sfregiata nel profondo
non dal vento devastata né dalla pioggia
né dal torrente rissoso:
spogliata di tutto tranne la breve sciccheria
di arbusti spinosi e ginestre; schierata
sentinella di fronte alla tua spartana solitudine
l’erba a ciuffi –
O terra senza voce, fammi eco della tua desolazione.
Il mana della mia casa si è dileguato,
il marae è un prato di cardi.
Vengo da te con un’amarezza
che solo le tue pieghe sbiadite possono lenire
perché so, so
che i miei canti malinconici si perderanno
nell’urlo del vento fra le gronde che marciscono.
Distribuisci la mia nudità –
Disadorno vengo senza alcuna inestimabile
offerta di giada né d’osso: eppure
alle bacche selvatiche donerò
un’amarognola salacità; accrescerò per un immortale
spazio il rossore fragile di manuka…
(Mana = autorità, potere spirituale, Marae = luogo sacro d’incontro per le comunità maori, Manuka = pianta originaria di Nuova Zelanda e Australia)
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