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giovedì 8 settembre 2022

Serge Latouche e la decrescita

Il movimento per la decrescita si sviluppa nel corso dell'ultimo ventennio, inizialmente in Francia. Il teorico più noto, come molti sanno, è il francese Serge Latouche di cui sono stati tradotti in italiano molti testi. Egli sostiene che la decrescita è innanzitutto uno “slogan”, una “parola bomba” il cui scopo è “sottolineare con forza la necessità dell'abbandono della crescita illimitata, obiettivo il cui motore è essenzialmente la ricerca del profitto da parte dei detentori del capitale”. L'obiettivo polemico dunque è la crescita capitalistica giudicata folle e inutile. Per questo motivo, secondo Latouche, bisogna abbandonare definitivamente l'obiettivo della crescita. Poiché lo sviluppo non è né sostenibile né durevole, dobbiamo “demistificare e demitificare il grande racconto occidentale della crescita, del progresso, con la rivoluzione industriale e i miracoli della tecnologia, racconto che ha largamente contribuito alla formattazione delle menti secondo i parametri della società dei consumi”. Tutto quanto sostenuto dai teorici della decrescita inevitabilmente contrasta con le esigenze del Capitale, che solo in un sistema economico in espansione può produrre profitto da accumulare, e dello Stato moderno, che sulla promessa truffaldina di una ricchezza materiale in continua crescita fonda il proprio consenso sociale. Il dibattito però sui mezzi e sugli strumenti da adottare da parte del movimento della decrescita è ancora del tutto aperto e per nulla chiaro, mentre la critica alle forme tradizionali della politica e del potere è sviluppata soprattutto per iniziativa della componente eco-femminista presente all'interno del movimento. In ogni caso vi sono recenti tentativi di aprire anche in ambito libertario e anarchico la discussione sull'argomento “decrescita” e di trovare punti di incontro tra questa teoria e il movimento anarchico e libertario. Alcuni esponenti della decrescita infatti includono esplicitamente la sinistra antiautoritaria fra le radici storiche del loro movimento, e soprattutto in ambito francese si sta approfondendo la tematica attraverso laboratori sulla decrescita organizzati dalla Fédération anarchiste. È interessante infine ricordare il saggio di Latouche apparso sul primo numero della nuova Libertaria (L'anarchismo oggi. Un pensiero necessario, Himesis, 2013), intitolato “Stato e rivoluzione (della decrescita)” che si conclude con Né anarchismo, né “democratismo”, il che forse dice più di tanti dibattiti.


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