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giovedì 28 marzo 2013

Una definizione di Potere, Autorità e Dominio



Usare la dizione critica del principio di autorità è effettivamente il criterio più coerente dal punto di vista anarchico proprio perché l’anarchismo non critica un determinato potere, un determinato Stato, una determinata autorità, un determinato dominio, ma critica, il principio che legittima la loro riproposizione in qualunque contesto-spazio-temporale questa si attui.
Il potere è l’esercizio collettivo della produzione e l’applicazione di norme e di sanzioni; un insieme inteso, complessivamente, quale funzione regolativa sociale. Essa è necessaria all’esistenza della società, della cultura e dell’uomo stesso. In questa funzione sociale regolativa volta alla produzione di norme necessarie per il funzionamento della società, il potere deve essere visto quale esercizio neutrale. Per autorità si deve intendere una situazione di asimmetria tra soggetti interagenti, che si dispiega come influenza nel caso di relazioni personali e come autorità vera e propria nel caso di relazioni funzionali. L’autorità può essere applicata nel caso di competenze e facoltà decisionali professionali specifiche, che comunque non implicano quasi mai una asimmetria permanente (ad esempio: sono un avvocato e ho bisogno del medico perché ho mal di pancia). Intesa in questo senso, l’autorità non ha una vera e propria valenza di dominio. È invece con quest’ultimo termine, dominio, che deve essere indicata una condizione anarchicamente inaccettabile. Si definisce una situazione di dominio quella che vede il potere espropriato da una minoranza a danno della stragrande maggioranza, indipendentemente dal fatto che questa minoranza utilizzi il potere per i propri privilegi (anche se quasi sempre avviene così). Vale a dire che siamo in una situazione di dominio quando il potere, cioè la funzione regolatrice della produzione di norme necessarie per il funzionamento della società, diventa possesso privilegiato di pochi a danno di più. Di qui le relazioni tra ineguali in termini di potere. Questo fenomeno è simile al possesso privilegiato dei mezzi di produzione materiale. Si vede così che la definizione di dominio è universale: può essere infatti utilizzata-applicata beninteso, nell’età moderna e contemporanea, sia per gli assetti capitalistici come per gli assetti collettivistici, siano essi di destra o di sinistra.
Per concludere, il potere è il neutro confine fra la libertà e il dominio: il poter fare definisce l’ambito della libertà, il poter far fare definisce l’ambito del dominio; naturalmente se questo poter far fare si esplica attraverso l’attivazione di mezzi coercitivi e ultimativi. Osserviamo anche che il termine potere, sempre in questa accezione, designa l'esercizio collettivo della libertà nel senso del suo incrocio con l'eguaglianza: un uguale accesso di tutti i membri di una società al potere è, dunque, prima ineludibile condizione di una uguale libertà per tutti. condizione necessaria a una libertà eguale.

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