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giovedì 3 luglio 2014

Nessuno dovrebbe mai lavorare.

Il lavoro è la fonte di quasi tutte le miserie del mondo.
Quasi tutti i mali che si possono enumerare traggono origine dal lavoro o dal fatto che si vive in un mondo finalizzato al lavoro. Per eliminare questa tortura, dobbiamo abolire il lavoro.
Questo non significa che si debba porre fine ad ogni attività produttiva.
Ciò vuol dire invece creare un nuovo stile di vita fondato sul gioco; in altre parole, compiere una rivoluzione ludica. Nel termine “gioco” includo anche i concetti di festa, creatività, socialità, convivialità, e forse anche arte.
Per quanto i giochi a carattere infantile siano già di per sé apprezzabili, i giochi possibili sono molti di più. Propongo un’avventura collettiva nella felicità generalizzata, in un’esuberanza libera e interdipendente. Il gioco non è un’attività passiva.
La vita diventerà un gioco, o piuttosto una molteplicità di giochi, ma non come accade ora un gioco a somma zero. Un’intesa ottimale sul piano sessuale è il paradigma di un gioco produttivo. I partecipanti esaltano il piacere l’uno dell’altro, non viene assegnato alcun punteggio, e ognuno vince. Più dai, più ottieni. Nella vita ludica, il meglio del sesso verrà integrato nella parte migliore della vita quotidiana. Il gioco generalizzato porta all’erotizzazione della vita. Il sesso, a sua volta, può diventare meno urgente e disperato, più giocoso. Se giochiamo bene le nostre carte, possiamo prendere dalla vita molto di più di quanto ci mettiamo; ma solo se giochiamo per davvero.
Nessuno dovrebbe mai lavorare. Lavoratori del mondo, rilassatevi.

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