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giovedì 27 novembre 2014

L'intensità iatrogena dell'impresa medica contemporanea

L'intensità iatrogena dell'impresa medica contemporanea è solo un esempio particolarmente doloroso delle frustrazioni generate dalla sovrapproduzione, le quali si manifestano, in eguale misura, sotto forma di accelerazione del traffico che si risolve in perdita di tempo; di staticità nelle comunicazioni; di addestramento a una perfetta incompetenza nell'istruzione; di sradicamento come risultato dello sviluppo urbanistico; di supernutrizione distruttiva.
Fondamentalmente essa non è dovuta solo a errori tecnici o allo sfruttamento di classe, bensì alla distruzione, provocata dal regime industriale, delle condizioni ambientali, sociali e psicologiche che sono necessarie per lo sviluppo dei valori d'uso non-industriali e non professionali.
La distorsione industriale del nostro comune senso della realtà ci ha reso ciechi al grado di contraddittorietà raggiunto dall'impresa contemporanea.
Viviamo in un'epoca in cui l'apprendere è pianificato, l'abitare standardizzato, lo spostamento motorizzato, la comunicazione programmata, e in cui per la prima volta nella storia dell'umanità gran parte delle derrate alimentari che si consumano proviene da mercati lontani.
In una società così intensamente industrializzata, la gente è condizionata a RICEVERE le cose anziché FARLE; è educata ad apprezzare ciò che si può comprare e non ciò che essa stessa può creare. Vuol essere istruita, trasportata, curata, guidata, anziché apprendere, muoversi, guarire, trovare la propria strada. L'azione di guarire non è più considerata compito del malato. Dapprima diventa la mansione di singoli riparatori del corpo, e poi subito da prestazione personale si trasforma nell'"output" di un ente anonimo. Le scuole producono istruzione, i veicoli a motore locomozione, e la medicina produce assistenza.
Questi "outputs" sono articoli che hanno tutte le caratteristiche di merci.
I loro costi di produzione si possono aggiungere o sottrarre al prodotto nazionale lordo, la loro scarsità si può misurare in termini di valore marginale e se ne può stabilire il prezzo in equivalenti monetari. Per la loro stessa natura questi prodotti creano un mercato.
Come l'istruzione scolastica e il trasporto motorizzato, la cura medica è il risultato di una produzione di merci ad alta intensità di capitale. Spesso si trascura che ognuna di queste merci continua a essere in concorrenza con un valore d'uso non commerciabile che gli individui producono liberamente, ciascuno per proprio conto.
L'essere umano impara osservando e facendo, si muove sulle proprie gambe, guarisce, si prende cura della propria salute e contribuisce alla buona salute degli altri.
Tutte queste attività hanno dei valori d'uso che non sono alienabili su un mercato.
L'apprendimento dotato di valore, il movimento corporeo, l'azione di guarire, per la maggior parte non figurano nel prodotto nazionale lordo.
La gente impara la lingua materna, si muove, fa figli e li alleva, recupera l'uso di ossa rotte, prepara il cibo locale, e fa queste cose con maggiore o minore competenza e piacere.
Queste sono tutte attività ricche di valore che non si fanno né possono essere fatte per denaro, ma che cessano di avere valore se c'è troppo denaro in giro.

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