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giovedì 20 novembre 2014

L'uomo nella sua sofferenza è solo merce

In ogni società la classificazione della malattia (nosologia) rispecchia l'organizzazione sociale. Il male che la società produce viene battezzato dal dottore con nomi che sono molto cari ai burocrati. La incapacità di apprendimento, la ipercinesia o la disfunzione cerebrale minima spiega ai genitori perché i loro bambini non imparano, servendo da alibi all'intolleranza o all'incompetenza della scuola; la pressione alta serve da alibi per lo stress che aumenta, la malattia degenerativa per l'organizzazione sociale che produce degenerazione. Più la diagnosi è persuasiva, più appare preziosa la terapia, più è facile convincere le persone che esse hanno bisogno una dell'altra, e meno è probabile che esse si rivoltino contro la crescita industriale. Prima che la malattia fosse considerata essenzialmente una anomalia organica o del comportamento, chi si ammalava poteva ancora trovare negli occhi del medico un riflesso della propria angoscia e un qualche riconoscimento dell'unicità della sua sofferenza. Oggi, ciò che vi trova è lo sguardo fisso di un contabile di biologia assorto in un calcolo costi/ricavi. Il suo malessere gli viene sottratto per diventare materia prima di un'impresa istituzionale. La sua condizione è interpretata secondo una serie di regole astratte in una lingua che lui non può comprendere. Gli si insegna che esistono certe entità ostili che la medicina combatte, ma dicendogli solo quel tanto che il dottore ritiene necessario per ottenere la collaborazione del paziente. Il linguaggio diventa proprietà esclusiva del medico; il malato rimane privo di parole significative con cui esprimere la sua angoscia che viene così ulteriormente aggravata dalla mistificazione linguistica. Non appena l'efficacia della medicina venga valutata in linguaggio corrente, si vede subito che la maggior parte delle diagnosi e delle cure efficaci, non va oltre il livello di comprensione raggiungibile da qualunque profano. Infatti gli interventi diagnostici e terapeutici che statisticamente risultano più utili che dannosi presentano nella stragrande maggioranza, due caratteristiche: richiedono mezzi materiali estremamente economici, e possono essere dosati e predisposti per l'uso personale diretto o per l'impiego nell'ambito della famiglia.
Insomma, un uso più austero della tecnologia metterebbe in grado tutti di curarsi nella maggior parte dei casi da soli. Ma non è l'efficacia dell'intervento ciò che interessa la medicina della società massificata, la sua regola è invece andare più possibile incontro alle esigenze di un consumatore per il quale domina la mitologia dell'efficienza medica.
l'uomo nella sua sofferenza e angoscia è ancora una volta solo merce!

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