Translate

giovedì 3 marzo 2016

NEMICO PUBBLICO N° 1 di Francois Richet

Nemico pubblico N.1 è un film di 4 ore diviso in due parti sulla vita di Jacques Mesrine, il più famoso fuorilegge nella Francia della seconda metà del ‘900. Il film è tratto dall’omonimo libro autobiografico scritto in carcere dallo stesso Mesrine, (pubblicato in Italia dalla Nautilus-ElPaso, Torino, 2006). Il film  inizia col mostrarci la sua iniziazione alla violenza in Algeria, nel 1959, dove milita nell’esercito francese, passando poi per l'incontro con il boss a capo della criminalità Guido, una sorta di padrino con cui allaccia sia un sodalizio criminale che una solida amicizia. Dopo un matrimonio fallito il criminale incontra Jeanne Schneider, una dark lady bella e spietata con la quale compirà rapine intrepide e fughe rocambolesche che lo trasformeranno nel nemico pubblico numero 1 non solo a Parigi ma anche a Montreal dove si trasferisce per alcuni anni. Nel 1978, Mesrine torna in Francia. Si allea con un killer senza scrupoli, Michel Ardouin, soprannominato la portaerei, e insieme architettano una serie di rapine a mano armata che lo portano di nuovo in prigione. Durante uno dei suoi soggiorni nelle carceri parigine, conosce e fa amicizia con un ambiguo personaggio, un certo François Besse, una sorta di alter ego insieme a cui progetta e attua un'ennesima, riuscita evasione. E diventa un mito. Fa amicizie importanti, entra in confidenza con alcuni personaggi potenti, si allea con criminali sempre più spietati, rafforza la sua relazione con un'ultima, ennesima amante, Sylvie, cerca di nobilitare le sue azioni criminali attraverso l'ideologia politica, dipingendosi come rivoluzionario grazie all'appoggio di alcuni estremisti della gauche francese. Mesrine verrà ucciso a sangue freddo e a distanza ravvicinata dalla polizia in mezzo al traffico parigino con un’imboscata in piena regola culminata con una vera e propria esecuzione, il 2 novembre 1979, a Porte de
Clignancourt, nel centro di Parigi.
Il mito Mesrine rinasce proprio da quel 2 novembre del 1979, diventando eroe del contropotere, della ribellione, della rivoluzione. Un’icona per migliaia di francesi, ancora oggi viva.
“Sappiamo tutti senza eccezioni di essere condannati a morire dal momento della nostra nascita. La nostra prima condanna è essere condannati a morire (è fondamentale quello che sto dicendo). Non trovo sia più scemo morire per una pallottola che morire al volante di un’auto, o lavorando in fabbrica per un salario minimo. Il mio mestiere è il banditismo. Un certo tipo di banditismo che non consiste nell’attaccare i vecchietti ma le banche e alcune aziende. Non mi voglio giustificare, ma sono sicuro che quando porto via il denaro delle banche non è quello della gente che ce lo ha portato … non faccio altro che prendere l’interesse che le banche prelevano sull’operaio. Se porto via 20 milioni ad una banca non è una tragedia … lo ripeto, il mio mestiere è il furto. Perciò morire o correre il rischio di morire quando si vive nella violenza … Mi piace la vita. Le mie azioni lo dimostrano. E poi confesso una cosa. Sono gravemente malato di cuore. Può verificarlo chiedendo alla Santé. Ho sempre viaggiato con una pressione di 120/220, 130/200. Perciò avrei potuto tranquillamente morire in cella per un’emorragia cerebrale o un attacco di cuore … non sto per dire che morire con un’arma in pugno sia una morte da uomo. No. La morte da uomo non esiste. Esiste la morte e basta.” 
(Tratto da un’intervista a Jacques Mesrine)
Jacques Mesrine

Nessun commento:

Posta un commento