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giovedì 24 marzo 2016

PROVO

La prima volta che la parola PROVO, abbreviazione di provocatore, fa la sua comparsa in pubblico, ha un significato molto diverso da quello che avrebbe poi assunto. Essa appare su uno studio sulla devianza giovanile presentato alla facoltà di sociologia dell’Università di Utrecht nel gennaio del 1965 dal dott. Wouter Buikhuisen.  Il lavoro intitolato  Cause del comportamento dei giovani difficili, era il risultato di una pignola ricerca sul campo durata cinque anni, tra le bande giovanili delle grandi città olandesi. Nella classificazione inventata dallo studioso per descrivere i vari gruppi e sottogruppi troviamo i cosiddetti provos, ossia nozem da strada, giovani proletari che spiccano per l’assoluta mancanza di interesse nei confronti della politica e della cultura, non hanno alcuna aspirazione, rifiutano il lavoro, vivono col sussidio di disoccupazione e i cui atti di aggressività e di teppismo sono motivati essenzialmente dalla noia. Se provocano i bravi cittadini e i tutori dell’ordine, non lo fanno perché sono scontenti del modo in cui vanno le cose ma semplicemente perché non hanno nulla di meglio da fare.
Lo studio di Buikhuisen cade sotto gli occhi di Van Duijn, che con l’amico Stolk, sta affannosamente cercando un titolo per un nuovo giornale anarchico da distribuire ad Amsterdam. La parola PROVO appare subito perfetta, visto che ha sempre considerato la scena dei nozem come un ottimo terreno per la diffusione del pensiero anarchico. Nonostante il suo carattere pessimista è fermamente convinto che la ribellione istintiva dei teppistelli da strada, di fronte al sorgere di particolari condizioni, potrebbe trasformarsi in deliberata resistenza anarchica. E da parte sua Van Duijn ce la sta mettendo tutta affinché queste particolari condizioni si presentino al più presto.
Abbiamo preso il nome PROVO perché dobbiamo basarci sul potenziale rivoluzionario dei nozem, incanalando i loro sentimenti aggressivi in una cosciente fonte rivoluzionaria. Anche i rappresentanti più consapevoli della gioventù, come gli studenti, devono diventare PROVOS, provocare le autorità, lo Stato, la proprietà privata, i grandi magnati pieni di potere, il militarismo e la Bomba. In questo particolare periodo storico gli anarchici devono diventare PROVOS. Non possono più sperare in una rivoluzione, l’unica arma rimasta loro è provocare l’autorità. 

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