NON DOVETE STUPIRVI DI QUELLO CHE STIAMO FACENDO! Da oggi in avanti non dovete stupirvi più se quando vi recherete alla Rinascente, all' Upim, nelle gioiellerie, nei negozi alla moda, noterete la nostra presenza sempre più importuna, né dovete infastidirvi se rimarrete nelle vostre automobili bloccati a causa delle nostre fastidiose manifestazioni. Come d'altra parte non vi siete stupiti né infastiditi quando, aprendo il giornale, avete letto che due braccianti siciliani sono stati uccisi dalla polizia che voi mantenete, perché rivendicavano 250 lire in più al giorno. NON AVETE NEANCHE PENSATO CHE UNA VITA IN ITALIA OGGI VALE 125 LIRE: la millesima parte di quanto voi oggi spendete per i vostri grotteschi divertimenti natalizi. E dovete scusarci se non usiamo i vostri metodi signorili. I NOSTRI SONO ANCORA MOLTO LONTANI DA QUELLI CHE AVETE USATO AD AVOLA, MA STATE TRANQUILLI CHE CI ARRIVEREMO. Oggi disturbiamo solo un po’ la vostra bovina tranquillità con della vernice rossa. Ma uno di questi giorni qualcuno di noi si accenderà una sigaretta e lascerà cadere il cerino distrattamente in uno dei vostri negozi alla moda, in cui state facendo le compere. E NON PENSATE DI NON ESSERE I COMPLICI DEGLI ASSASSINI DI AVOLA! Sono proprio i soldi negati ai braccianti di Avola, che vi permettono oggi di ubriacarvi nell' orgia dei vostri consumi.
IL MOVIMENTO STUDENTESCO - 1968
(Il 2 dicembre 1968 ad Avola, in provincia di Siracusa, una manifestazione a sostegno della lotta dei braccianti per il rinnovo del contratto di lavoro finisce nel sangue: la polizia apre il fuoco e due lavoratori – Giuseppe Scibilia, di 47 anni, e Angelo Sigona, di 25 – vengono uccisi. Quarantotto i feriti, di cui due gravi.
Al ventesimo chilometro della statale 115, quasi alle porte di Avola, non si passa più. Bisogna scendere dalla macchina e proseguire a piedi verso il grosso borgo che si intravede poco al di là della curva, quasi di fronte al mare. È difficile mantenersi in equilibrio sull’asfalto di pietre e di bossoli. È uno spettacolo desolante; si ha la precisa sensazione che qui, per diverse ore, si è svolta un’accanita battaglia. In fondo al rettilineo la strada è parzialmente ostruita dalle carcasse ancora fumanti di due automezzi della polizia dati alle fiamme. Sull’asfalto, qua e là, delle chiazze di sangue rappreso. Anche un autotreno, messo di traverso dagli operai in sciopero per bloccare la strada, è sforacchiato dai colpi e annerito dal fuoco. Proprio come una R4 e una decina di motociclette dei braccianti sui cui serbatoi i poliziotti hanno sparato per impedirgli di andarsene).
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