spiccato un nuovo mandato di cattura per aver cercato di uccidere a colpi di pistola due fascisti bolognesi di passaggio a Rimini la sera del 6 agosto 1922. Il 25 maggio del 1923 viene colpito da un nuovo mandato di cattura, a questo punto Bruno espatria clandestinamente in Francia, forse a Marsiglia sotto il falso nome di “Giovanni Rossi” riuscendo a far perdere le sue tracce. Cambia spesso identità ciò gli permette per diversi anni di non essere rintracciato dalla polizia fascista. Si sposta continuamente tra Francia, Belgio e Spagna. La sua latitanza clandestina non è senza motivi, organizza e partecipa a forme di autofinanziamento illegali e probabilmente partecipa all’attentato al console italiano a Nancy insieme a Giovanni Bidoli. Sempre assieme al Bidoli e altri avrebbe tentato di assaltare la prefettura di polizia di Barcellona. Nel 1929 viene arrestato con altri in Francia a Colombes, per furto, vagabondaggio, ricettazione e porto d’armi proibito. Della banda vengono tutti condannati tranne un certo Panci, in realtà costui non era altro che Bruno Alpini. Nel 1930 è in Belgio, rientra in Francia nel 1931, e quando si presenta al consolato italiano di Tolosa per il rinnovo del passaporto che presenta chiari segni di falsificazione viene arrestato e condannato a due mesi di carcere. La polizia fascista lo bracca per tutta Europa. Viene segnalato prima a Barcellona, poi in Russia poi a Moncada in Spagna. In realtà Bruno Alpini è a Saint Tropez dove svolge propaganda anarchica. Il 14 aprile del 1934 viene arrestato a Barcellona quale esponente di una banda di malviventi responsabile di aggressioni a banda armata e omicidi; secondo la polizia piuttosto che cadere nelle loro mani si suicida con un colpo alla testa. Ma lo storico Abel Paz racconta che Bruno Alpini in Belgio aveva conosciuto Buenaventura Durruti, il quale poi a Barcellona era solito portargli le scarpe da riparare, e che la sua attività espropriatrice era rivolta soprattutto a procurare mezzi materiali ai compagni in Italia. In realtà Bruno Alpini arrestato si il 14 aprile del 1934 al mattino, ma alle undici di sera viene trovato morto con sei proiettili in testa uno dei quali sparato alla nuca. Un suo grande amico detto “El Cèntim” operaio della CNT, per vendicarne l’omicidio spara al Comisario General de Orden Pùblico, ma durante il tentativo viene ucciso dalla numerosa scorta.
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giovedì 3 gennaio 2019
Bruno Alpini Anarchico
Nasce a Rimini il 26 dicembre 1902 da Gaira Caolini. Prima bracciante senza fissa dimora, poi negli anni dell’esilio cameriere e calzolaio. All’età di 21 anni, viene descritto dal potere come un individuo di carattere violento e prepotente, di poca educazione, d’intelligenza ottusa, di nessuna cultura, con poca voglia di lavorare e col soprannome di “Lenin”. Fin da sempre attivo nei gruppi giovanili anarchici, partecipa a tutte le manifestazioni, i comizi e le conferenze di carattere sovversivo nel riminese. Il primo agosto del 1921 viene arrestato assieme ad altri anarchici e socialisti per correità nell’uccisione di un fascista, avvenuta a Rimini il 19 maggio 1921. Viene rimesso in libertà, ma il 25 agosto viene
spiccato un nuovo mandato di cattura per aver cercato di uccidere a colpi di pistola due fascisti bolognesi di passaggio a Rimini la sera del 6 agosto 1922. Il 25 maggio del 1923 viene colpito da un nuovo mandato di cattura, a questo punto Bruno espatria clandestinamente in Francia, forse a Marsiglia sotto il falso nome di “Giovanni Rossi” riuscendo a far perdere le sue tracce. Cambia spesso identità ciò gli permette per diversi anni di non essere rintracciato dalla polizia fascista. Si sposta continuamente tra Francia, Belgio e Spagna. La sua latitanza clandestina non è senza motivi, organizza e partecipa a forme di autofinanziamento illegali e probabilmente partecipa all’attentato al console italiano a Nancy insieme a Giovanni Bidoli. Sempre assieme al Bidoli e altri avrebbe tentato di assaltare la prefettura di polizia di Barcellona. Nel 1929 viene arrestato con altri in Francia a Colombes, per furto, vagabondaggio, ricettazione e porto d’armi proibito. Della banda vengono tutti condannati tranne un certo Panci, in realtà costui non era altro che Bruno Alpini. Nel 1930 è in Belgio, rientra in Francia nel 1931, e quando si presenta al consolato italiano di Tolosa per il rinnovo del passaporto che presenta chiari segni di falsificazione viene arrestato e condannato a due mesi di carcere. La polizia fascista lo bracca per tutta Europa. Viene segnalato prima a Barcellona, poi in Russia poi a Moncada in Spagna. In realtà Bruno Alpini è a Saint Tropez dove svolge propaganda anarchica. Il 14 aprile del 1934 viene arrestato a Barcellona quale esponente di una banda di malviventi responsabile di aggressioni a banda armata e omicidi; secondo la polizia piuttosto che cadere nelle loro mani si suicida con un colpo alla testa. Ma lo storico Abel Paz racconta che Bruno Alpini in Belgio aveva conosciuto Buenaventura Durruti, il quale poi a Barcellona era solito portargli le scarpe da riparare, e che la sua attività espropriatrice era rivolta soprattutto a procurare mezzi materiali ai compagni in Italia. In realtà Bruno Alpini arrestato si il 14 aprile del 1934 al mattino, ma alle undici di sera viene trovato morto con sei proiettili in testa uno dei quali sparato alla nuca. Un suo grande amico detto “El Cèntim” operaio della CNT, per vendicarne l’omicidio spara al Comisario General de Orden Pùblico, ma durante il tentativo viene ucciso dalla numerosa scorta.
spiccato un nuovo mandato di cattura per aver cercato di uccidere a colpi di pistola due fascisti bolognesi di passaggio a Rimini la sera del 6 agosto 1922. Il 25 maggio del 1923 viene colpito da un nuovo mandato di cattura, a questo punto Bruno espatria clandestinamente in Francia, forse a Marsiglia sotto il falso nome di “Giovanni Rossi” riuscendo a far perdere le sue tracce. Cambia spesso identità ciò gli permette per diversi anni di non essere rintracciato dalla polizia fascista. Si sposta continuamente tra Francia, Belgio e Spagna. La sua latitanza clandestina non è senza motivi, organizza e partecipa a forme di autofinanziamento illegali e probabilmente partecipa all’attentato al console italiano a Nancy insieme a Giovanni Bidoli. Sempre assieme al Bidoli e altri avrebbe tentato di assaltare la prefettura di polizia di Barcellona. Nel 1929 viene arrestato con altri in Francia a Colombes, per furto, vagabondaggio, ricettazione e porto d’armi proibito. Della banda vengono tutti condannati tranne un certo Panci, in realtà costui non era altro che Bruno Alpini. Nel 1930 è in Belgio, rientra in Francia nel 1931, e quando si presenta al consolato italiano di Tolosa per il rinnovo del passaporto che presenta chiari segni di falsificazione viene arrestato e condannato a due mesi di carcere. La polizia fascista lo bracca per tutta Europa. Viene segnalato prima a Barcellona, poi in Russia poi a Moncada in Spagna. In realtà Bruno Alpini è a Saint Tropez dove svolge propaganda anarchica. Il 14 aprile del 1934 viene arrestato a Barcellona quale esponente di una banda di malviventi responsabile di aggressioni a banda armata e omicidi; secondo la polizia piuttosto che cadere nelle loro mani si suicida con un colpo alla testa. Ma lo storico Abel Paz racconta che Bruno Alpini in Belgio aveva conosciuto Buenaventura Durruti, il quale poi a Barcellona era solito portargli le scarpe da riparare, e che la sua attività espropriatrice era rivolta soprattutto a procurare mezzi materiali ai compagni in Italia. In realtà Bruno Alpini arrestato si il 14 aprile del 1934 al mattino, ma alle undici di sera viene trovato morto con sei proiettili in testa uno dei quali sparato alla nuca. Un suo grande amico detto “El Cèntim” operaio della CNT, per vendicarne l’omicidio spara al Comisario General de Orden Pùblico, ma durante il tentativo viene ucciso dalla numerosa scorta.
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