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giovedì 10 gennaio 2019

EL PAN DESPIERTO di Victor Casaus

Una volta mi hanno raccontato un aneddoto
che ormai è già leggenda
secondo il quale
solitamente alloggiava durante i suoi viaggi di lavoro
in casa dei suoceri a Las Villas
e che li si alzava
poco prima che albeggiasse
fra la sorpresa
lo stupore o più semplicemente l’abitudine
degli uomini incaricati di proteggerlo
e che scendeva a piedi per quella vecchia strada
per ritornare poi
sminuzzando pezzi di un pane fumante
fra i sibili della sua asma precoce
e i rumori del mattino che a quest’ora
cominciava a risvegliarsi
Aneddoto  racconto  leggenda
o eco della mia memoria arriva adesso
in questo otto ottobre dell’ottanta
mentre mio figlio cammina accanto a me tornando da scuola
e mi offre questo pezzo di pane
con le sue mani che cominciano
a sfogliare libri e a rompere cristalli
e a appuntire i sogni e le matite
mani che riceveranno la pioggia 
riceveranno la pioggia
riceveranno il sole
chiederanno la parola in assemblee
afferreranno a suo tempo le sue donne
i suoi pani futuri
come questo che mi sta offrendo ora
tredici anni dopo quella data della quale non comincio 
a parlargli
perché mi distraggo
perché mi concentro lungamente
sulla forma del pezzo di pane che mi ha dato
e nel calore che emana la mollica
riempiendo il pomeriggio di fragranza
all’improvviso di aurora
e giù per la strada sibili nel petto che ama e soffre tanto
E eco della memoria  aneddoto  racconto  leggenda
Che guardo e che viene camminandomi accanto
Sminuzzando il pane del suo tempo  


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