Nasce a Livorno il 3 novembre del 1904, è il terzo figlio di una numerosa famiglia fortemente legata alla storia dell'anarchismo livornese. Virginio lavorando come navicellaio e poi come facchino portuale si avvicina in giovane età agli ambienti anarchici nel Primo dopoguerra entrando a far parte del gruppo anarchico "Falange Ribelle" con l'incarico di cassiere e proprio per queste scelte è presto ritenuto dalla polizia: "delinquente precoce e pessimo elemento anche dal lato morale essendo anarchico pericoloso". E' soprannominato "il Bimbo" per la sua giovane età, diffonde con entusiasmo la stampa anarchica (Il Seme, Sempre avanti, L'Avvenire anarchico, Il libertario, Umanità Nova). Negli anni precedenti l'avvento del fascismo, Antonelli oltre a impegnarsi nelle lotte operaie è protagonista degli
scontri che oppongono gli antifascisti allo squadrismo e alle forze dell'ordine. Nel marzo del 1921 viene arrestato assieme ad altri compagni per l'uccisione durante una sparatoria, di un fascista, rimanendo in carcere fino al dicembre del 1922. Più volte minacciato e aggredito dagli squadristi è costretto a girare con due pistole in tasca per l'autodifesa. Chiamato per svolgere il servizio militare nel 1925, sceglie l'insubordinazione, non accettando neppure di prestare il giuramento. Nel 1926 Virgilio viene inviato al confine in quanto considerato: "uno dei peggiori anarchici di questa città, di carattere violento con precedenti penali pessimi". Tra il 1927 ed il 1938 entra ed esce dal confino tra condanne amnistie e arresti. Nel 1939, all'inizio della guerra è arrestato preventivamente e dal giugno del 1940 al marzo del 1941 Antonelli viene rinchiuso nel campo di concentramento di Manfredonia. Rientrato a Livorno è sorvegliato a vista. L'otto settembre del 1943 assieme a due comunisti e un repubblicano, è tra i pochi che approfittano dell'abbandono delle strutture militari per procurarsi delle armi che, il giorno seguente sono utilizzate all'Ardenza per attaccare unità
tedesche. All'interno del primo comitato clandestino di liberazione Antonelli diventa il responsabile per l'organizzazione militare e rappresenta con altri quattro compagni la componente comunista libertaria. Nell'ambito della resistenza armata Antonelli organizza, dirige e prende parte a diverse azioni, tra cui quella in cui assieme all'anarchico Armando Bientinesi trae in salvo un pilota austriaco ustionato; e quella durante la quale riesce a liberare assieme all'anarchico Giovanni Biagini e ai fratelli Romolo ed Egidio, 32 ostaggi rastrellati dalle truppe tedesche. Nel settembre del 1945, Antonelli partecipa come rappresentante del Gruppo Sindacale Libertario di Livorno al Congresso di Carrara che vede la costituzione della FAI. A Livorno partecipa come rappresentate dei lavoratori portuali al Comitato di Gestione che si fa carico della ricostruzione, ma al momento dell'istituzione della Compagnia Lavoratori Portuali tale suo ruolo viene bloccato per motivi politici dai vertici del PCI. Antonelli è tra i principali animatori dell'attività di propaganda contro il regime franchista, facendo sì che ogni settimana sulle navi dirette in Spagna in partenza dal porto di Livorno viaggiasse clandestinamente anche la stampa anarcosindacalista edita dalla CNT in esilio in Francia. Sempre controllato dalle forze dell'ordine nel dicembre del 1969 subisce una perquisizione nel corso della campagna anti-anarchica per le bombe di Milano e Roma. Muore il 23 luglio 1982 dopo lunga malattia.
Nessun commento:
Posta un commento