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giovedì 23 maggio 2019

Una nuova forma di biopotere

Una nuova forma di biopotere tende ad imporsi nelle nostre società occidentali grazie ai progressi tecnoscientifici e Medici.  Questo nuovo biopotere segna così Il passaggio da una medicina Dedita alla guarigione a una medicina focalizzata sull'ottimizzazione. Qualsiasi persona è un malato in Potenza.  Da questa ridefinizione dei confini tra il normale e il patologico nasce la biomedicalizzazione massiccia della società; la retorica del rischio porta un aumento delle esame preventivo e predittivo portando, alla confusione epistemologica e sperimentale dei confini tra terapia e miglioramento. In altri termini è la medicina, il complesso biomedico, a ereditare oggi progressivamente il progetto politico moderno di perfettibilità. Dalla diagnosi preimpianto fino alla medicina rigenerativa, nessuna età della vita sfugge oramai all'ottimizzazione tecnico-scientifica, al punto che la vecchiaia è la morte in quanto tali diventano vere e proprie malattie a cui occorre trovare un rimedio. Dal punto di vista utopico o futurista, l'immaginario contemporaneo della bio perfettibilità porta direttamente all'idea di un completo superamento tecnico-scientifico dell'essere umano, nonostante la sua apparenza di emancipazione,  di liberazione è tuttavia essenziale comprendere che questo immaginario di perfettibilità oggi emergente non è altro che il rovescio di una biologizzazione senza precedenti della società- Il nuovo regime di bioperfettibilità e infatti indissociabile dalla fede nel carattere profondamente biologico o genetico dei problemi sociali,  declassa con ciò radicalmente la volontà politica di agire sulle condizioni della vita sociale a favore del conformismo, dell'adattabilità. Ripiegata sulla vita individuale e la sua gestione, la  socialità si riduce alla logica spoliticizzata della biosocialità o a quella biocapitale che è, quella del biocontrollo in cui ogni individuo attraverso un vasto dispositivo biomedico composto da esperti di ogni sorta è indotto a gestire la sua vita in funzione di un numero sempre crescente di fattori di rischio.
La vita in sé diventa un bene da gestire e massimizzare a seconda del suo potenziale ereditario. 

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