Da una parte il Governo del Fronte Popolare - dove gli anarco-sindacalisti erano poco più che comparse – sorretto dagli avanzi della borghesia e dai politicanti socialisti e comunisti; dall’altra il popolo lavoratore nella sua grande maggioranza, il quale si è salvato dal fascismo e dalla tirannia opponendogli la rivoluzione espropriatrice e libertaria.
L’attacco del 3 maggio.
Dopo avere preparato il terreno con una serie ininterrotta di aggressioni, di massacri e di provocazioni in ogni parte della Spagna, i politicanti del fronte contro-rivoluzionario e gli alabardieri del marxismo in funzione di agenti provocatori, pensarono che il momento opportuno per l'attacco fosse arrivato ai primi di Maggio.
Ecco come descrive l'attacco il “Boletin de Informacion” di Barcellona organo moderato dell'anarcosindacalismo:
Da parecchio tempo, esisteva in Catalogna una certa tensione tra le forze che compongono l'alleanza antifascista.
L'ultima crisi della Generalità durata tre settimane, fu risolta grazie ai sacrifici fatti dalla C.N.T. e dalla F.A.I.. Le concessioni fatte dalla nostra organizzazione erano superiori a quelle che la situazione economica del proletariato consentiva; ma la C.N.T. non ha guardato a sacrifici pur di mantenere l'unità antifascista.
Lo stesso non si può dire degli altri settori antifascisti. Alcuni
individui che coprono cariche di responsabilità hanno fatto tutto il possibile per provocare la classe lavoratrice. Esistono prove che fin dai primi d'aprile si preparava il colpo di mano per eliminare le nostre organizzazioni — la C.N.T. e la F.A.I. — dalle loro posizioni di responsabilità.
Malgrado il nostro compagno Antonio Martin Alcade di Puigcera, fosse stato assassinato, pareva che le cose dovessero mettersi a posto.
Se non che una nuova provocazione avvenne il 3 maggio. Rodriguez Salas, Commissario Generale per l'Ordine Pubblico in Catalogna, esorbitando dalle sue mansioni, effettuò un colpo contro la Centrale Telefonica di Barcellona. Verso le tre del pomeriggio, Rodriguez Salas mandava tre camion carichi di guardie coll'ordine di occupare l'edificio telefonico.
Questa Centrale è gestita da un Delegatodel Governo della Generalità, e diretta, d'accordo con questo delegato, da un Comitato composto di rappresentanti della C.N.T. e della U.G.T. Le forze di polizia incontrarono resistenza da parte degli operai che si trovavano nell'edificio. Vi furono scontri violenti. Questi avvenimenti produssero una profonda impressione nella città. Una grande quantità di gente si raccolse in Piazza Catalunya. Le masse operaie, temendo che si occupassero altri edifici e desiderando impedirlo, corsero ad armarsi mettendosi a disposizione dei Comitati locali. In un paio d'ore la città assunse un aspetto diverso. Durante la notte aumentò la tensione.
La C.N.T. e la FAI., una volta occorsi i fatti, si disposero a negoziare al fine di pacificare la situazione, proponendo che tutte le forze armate fossero ritirate. Ma nella mattinata di ieri la polizia tentò di nuovo di occupare la Telefonica. Vi furono scontri e la polizia riuscì ad occupare soltanto il piano inferiore dell'edificio.
I negoziati furono interrotti. Nel corso della giornata vi furono scaramucce tra operai e agenti di polizia.
Dalla sede della Prefettura di Polizia furono sparati colpi d'arma da fuoco contro la casa della C.N.T. - F.A.I., che si trova sulla medesima strada. Nella maggior parte dei rioni la polizia ha fraternizzato col popolo rifiutando di ubbidire agli ordini di capi faziosi.
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